“Il Libertà è patrimonio di tutti. Bisogna vincere la paura, quella paura che probabilmente ha limitato la partecipazione alla manifestazione di domenica”. A parlare è il procuratore Giuseppe Volpe in una lettera indirizzata ai cittadini “per bene, quelli che operano quotidianamente per l’affermazione della legalità”.
Volpe spiega che la sua presenza in ospedale accanto alla giornalista del tg1, Maria Grazia Mazzola, aggredita da Monica Laera, moglie del presunto boss Leonardo Caldarola, è stato “un gesto doveroso. Ho inteso dimostrare tangibilmente che se il messaggio che si era voluto fare passare fosse stato “qui comandiamo noi e non consentiamo all’informazione pubblica di venire ad infilare il naso”, quel messaggio dovesse essere con immediatezza smentito. Il Libertà è e deve essere patrimonio di tutti. Dei tanti cittadini per bene che vi abitano e vi operano, degli imprenditori che coraggiosamente hanno denunciato il pizzo, del Comune impegnato nella riqualificazione, della Chiesa che è vicina ai giovani sottraendoli alle grinfie della criminalità”.
E poi l’appello: “Si deve avere fiducia e vincere la paura che probabilmente ha limitato la partecipazione alla manifestazione di domenica. Lo Stato non è assente. Soltanto negli ultimi due anni si è proceduto alla esecuzione di misure cautelari nei confronti di Lorenzo Caldarola, Vito Valentino, Alessandro Ruta, Vito Antonio Catacchio, Saverio Faccilongo, Giovanni Faccilongo, Saverio De Marzo”. Elenca poi decine di arresti per tentati omicidi, estorsioni, spaccio.
“Il quartiere Libertà vive anche dell’impegno sinergico di tutte le forze sane che vi abitano e vi esercitano la propria attività”. Ed infine precisa, facendo riferimento alla querelle sullo spostamento degli uffici giudiziari dal Libertà. “Non influisce per tali aspetti la particolare ubicazione degli uffici giudiziari che ovunque si trovino, risultano efficienti solo se adeguatamente dotati di quanto necessario al loro funzionamento”.