La Corte d’Appello di Bari ha condannato la Banca di Credito Cooperativo di Alberobello e Sammichele di Bari a rimborsare un risparmiatore pugliese che aveva perso i propri risparmi in investimenti inadeguati.
La sentenza sancisce principi importanti per la tutela dei risparmiatori, specificando che “la pluralità degli obblighi facenti capo ai soggetti abilitati a compiere operazioni finanziarie (obbligo di diligenza, correttezza e trasparenza, obbligo di informazione, obbligo di evidenziare l’inadeguatezza dell’operazione che si va a compiere) convergono verso un fine unitario: segnalare all’investitore la non adeguatezza delle operazioni di acquisto di prodotti finanziari che si accinge a compiere”. La Corte sottolinea, inoltre, alcuni obblighi a carico dell’istituto di credito, chiarendo che “le regole comportamentali, impongono agli intermediari finanziari un costante obbligo di informazione non solo prima ed in occasione della stipula del contratto-quadro ma anche prima di ciascuna operazione di investimento, stabilendo un preciso onere di richiesta all’investitore di notizie circa la sua esperienza in materia di investimenti in strumenti finanziari, la sua situazione finanziaria, i suoi obiettivi di investimento e la sua propensione al rischio”.
La Corte d’Appello ha stabilito che la Banca “non ha dimostrato di aver fornito, al momento in cui fu sottoscritto l’ordine di acquisto, informazioni sufficienti ed adeguate al cliente, di modo che l’operazione potesse ritenersi idonea per il suo profilo, dovendosi astenere dall’eseguirla, ove ritenuta inadeguata, salva ripetizione scritta dell’ordine contenente l’esplicito riferimento alle avvertenze ricevute.”
La vicenda giudiziaria ha avuto inizio più di 10 anni fa, quando il consumatore decise di far causa alla banca dopo aver visto volatilizzarsi nel nulla i propri risparmi, storia purtroppo ancora attualissima. Il risultato positivo è stato accolto con grande soddisfazione dall’avvocato Massimo Melpignano, vicepresidente Adusbef Puglia, che ha assistito il risparmiatore.
“Anche in questo caso le istanze di Adusbef e dei risparmiatori traditi sono state accolte dalla attenta Magistratura barese – ha dichiarato Melpignano. La singolarità della vicenda è data dalla circostanza che un prodotto evidentemente tossico sia stato venduto, come correttamente stabilito dal giudice, ad un investitore dilettante, occasionale e dotato di conoscenze sommarie degli strumenti finanziari e del mercato borsistico. Al coraggioso cittadino va il nostro grazie per aver lottato per tutto questo tempo con Adusbef e per non aver mai smesso di credere nella giustizia”.