Se questo è un incubo, svegliateci. Quattro gol da una diretta concorrente, al San Nicola, ma soprattutto una lezione di calcio sotto ogni punto di vista: tecnico, tattico, caratteriale. Se Bari-Empoli doveva dare risposte sulle potenzialità dei biancorossi in ottica serie A, l’ha fatto nel modo più crudo possibile. Risposte che ai tifosi del Bari avranno ispirato la domanda-affermazione più amara di tutte: “Dove dobbiamo andare con questa squadra?”.
I galletti ci hanno capito poco sin dall’inizio. E le scelte iniziali di Grosso – Anderson in tribuna per scelta societaria, Galano e Basha in panchina , Henderson dal 1′ – sono apparse subito inadeguate, soprattutto considerata l’importanza dello scontro diretto. E i correttivi non hanno migliorato la situazione.
Dall’altro lato, l’ex capitano biancorosso Caputo, autore di gol, assist e giocate di pregio, ha dimostrato di non valere gli ingenerosi fischi che una parte comunque troppo ingente di tifosi gli riservava sin da quando giocava ancora a Bari. Ma l’Empoli non è solo Caputo: è Donnarumma, è il delizioso Zajc, è una macchina da gol (48) che “rischia” di mettere in serio pericolo la corsa spedita verso la serie A delle capoliste Palermo e Frosinone.
Il Bari? L’ennesimo bagno di umiltà (a dire il vero, stavolta, bagno, shampoo, idromassaggio e trattamenti vari) dovrà sortire qualche effetto per far sì che la squadra, con pazienza, possa costruirsi un piazzamento in pole sulla griglia playoff. Con pazienza, si. Ma anche dignità. A partire da Venezia, dove il Bari giocherà sabato 3 febbraio.