Sospendere l’attività libero professionale dei medici per abbattere le liste di attesa. E’ uno dei provvedimenti contenuti nella proposta di legge presentata dal consigliere regionale del Pd, Fabiano Amati. Il componente della maggioranza ha depositato martedì scorso la pdl che adesso sarà valutata dalla commissione competente prima di essere portata in Aula.
La ratio la spiega Amati stesso: “Se i tempi di attesa in sanità sono nettamente diversi tra le prestazioni offerte dagli ospedali o ambulatori territoriali e attività libero professionale, il rimedio è la sospensione di quest’ultima”. Per esempio: se nelle strutture pubbliche o accreditate un cittadino per sottoporsi ad un elettrocardiogramma dovesse essere costretto ad attendere 60 giorni, mentre a pagamento, quindi in intramoenia, di giorni ne dovessero bastare solo 10, stando alla proposta di legge di Amati l’Asl dovrebbe intervenire interrompendo l’attività libero-professionale per potenziare quella pubblica.
La pdl, però, prevede anche ulteriori interventi per la riduzione delle liste di attesa: dalla promozione di un piano regionale all’istituzione di responsabili unici aziendali. “Sono primi provvedimenti per realizzare una riduzione delle liste ed a tal fine abbiamo previsto – spiega il consigliere del Partito democratico – la possibilità di sospendere l’attività libero professionale in caso di mancato allineamento con i tempi dell’attività istituzionale, ospedaliera o territoriale. Il responsabile unico aziendale – aggiunge Amati – si vedrà riconosciuta la retribuzione di risultato solo se sarà in grado di raggiungere gli obiettivi fissati dal piano aziendale sulle liste d’attesa. Ad armonizzare il lavoro ci sarà un coordinamento regionale guidato dal presidente della Giunta regionale. L’organismo – sempre secondo Amati – consentirà di rendere omogenea in tutta la regione la risposta sui tempi e di promuovere iniziative di reciproco supporto per contenere fenomeni di particolare criticità”.
“L’adozione da parte della Giunta del piano regionale per il governo delle liste d’attesa – spiega ancora Amati – sarà invece lo strumento organico per mettere in cantiere una lotta senza quartiere ai tempi lunghi, che spesso finiscono per alimentare pregiudizi. Sulle liste di attesa i cittadini misurano, infatti, il grado di soddisfazione sull’offerta sanitaria, investendo di critiche i politici anche quando i problemi non si annidano nelle iniziative di amministrazione, ma di esecuzione”.