Interdetto da una società e sequestrati 360mila euro. La Procura di Bari ha emesso una “Ordinanza Applicativa di Misura Cautelare Personale Interdittiva e di Misura Cautelare Reale”, nei confronti dell’Imam Sharif Lorenzini, rappresentante della comunità islamica barese, e di Mohamed Sabry Ahmed Hefny, residente a Casamassima.
Le accuse della Procura
Secondo la Procura Lorenzini fino a novembre 2015 amministratore, insieme al fratello Mohamed, di società cooperative operanti nel settore della certificazione “Halal” (certificazione di cui sono dotate le aziende operanti a livello internazionale che intendono garantire la rispondenza ai dettami della legge islamica dei propri prodotti), a partire dallo stesso mese di novembre 2015 avrebbe posto in essere condotte fraudolente di vario tipo tese, fra l’altro, ad estromettere il fratello dalle lucrose attività aziendali – in particolare della società cooperativa “HALAL INTERNATIONAL AUTHORITY (in sigla H.I.A.)” – alterando la maggioranza assembleare sociale, nonché, azzerando l’avviamento commerciale della stessa, cagionando così intenzionalmente un danno patrimoniale, dato dalla conseguente cessazione dell’attività, per un valore di complessivi € 1.865.000,00 e dall’ingiusta appropriazione di € 360.000,00 circa.
L’impianto accusatorio, che ha trovato sostanziale accoglimento nel provvedimento cautelare emesso, si basa, su ulteriori dettagli: Lorenzini avrebbe dichiarato a pubblici ufficiali di essere nato a Teekret mentre si è scoperto che è nato ad Alessandria d’Egitto (alterando anche l’anno di nascita, dal 1978 al 1973). Inoltre avrebbe dichiarato di essere in possesso di una laurea in Ingegneria presso il Politecnico di Torino falsamente avvenuta nel 2001 (invece del 2004) ed uno attestante un falso dottorato di ricerca, ottenuto nel 2004 presso il Politecnico di Torino, in realtà mai conseguito.