Grazie all’introduzione della nuova legge sull’obbligo vaccinale, in Puglia è stato “recuperato” il 3,3% dei bambini. Cosa significa? Si tratta di piccoli tra i 2 e i 6 anni che sino a giugno del 2017 non erano stati vaccinati e che, dopo l’introduzione della legge, sono stati sottoposti alla profilassi. La media, invece, degli “inadempienti” – cioè di coloro che al 31 ottobre scorso non erano ancora stati vaccinati – è di circa l’8%: significa che il 92% dei bimbi pugliesi ora è protetto da patologie come morbillo, parotite, rosolia pertosse.
Vediamo nel dettaglio la copertura in base all’età e al tipo di vaccino, cominciando dall’esavalente (anti tetano, difterite, pertosse, poliomielite, emofilo b, epatite b). I bambini “recuperati” nella fascia di età di 2 anni rappresentato il 3,4%, tra quelli di 3 anni la percentuale è del 2,3%, tra quelli di 4 anni si scende al 2% al pari dei bambini di 5 anni, ed infine tra i piccoli di 6 anni i “recuperati” rappresentano il 2,6%. Il maggior numero di “inadempienti” per quanto riguarda l’esavalente si ha tra i bimbi di 2 anni: l’8,9% non è stato ancora vaccinato nonostante l’obbligo. Passiamo al vaccino contro morbillo, parotite e rosolia, qui le percentuali di bimbi “recuperati” sale, ma è anche più elevata la fetta di piccoli non ancora immunizzati. Ad esempio, il 5,1% dei bambini di 2 anni è stato “recuperato”, ma il 13,2% risulta ancora non vaccinato. Così come non è stato sottoposto a profilassi il 10,9% dei piccoli di 3 anni (4,2% recuperati) e il 10% di quelli di 4 anni (3,8% recuperati); tra i bambini di 5 anni è stato recuperato il 3%, mentre tra quelli di 6 anni il 4,5%. I dati ufficiali, quindi, dicono che la nuova legge sull’obbligo ha sortito un effetto positivo, sono aumentati i bambini che ora sono protetti da malattie che, in alcuni casi, possono portare a complicanze anche mortali.
Al 31 ottobre, però, c’è ancora circa l’8% di bimbi non vaccinato, circa 5.600. Vengono definiti “irregolari”, cosa significa? Che potrebbero aver cominciato il ciclo di vaccini ma averlo interrotto o, comunque, non concluso; oppure potrebbero aver prenotato la vaccinazione ma non averlo comunicato; e, infine, tra di loro potrebbero esserci anche bimbi che, per conclamati motivi di salute, hanno ottenuto l’esonero dall’obbligo. Da marzo in poi scuole e Asl saranno chiamate a far rispettare la norma dello Stato: chi non è vaccinato non potrà stare in aula.