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Bari, tre arresti per la morte di Girolamo Perrone: “Non fu incidente, ma omicidio premeditato”

Pubblicato da: redazione | Gio, 18 Gennaio 2018 - 10:45

Nella mattinata di oggi militari del Comando Provinciale Carabinieri di Bari – Reparto Operativo e della Compagnia di Triggiano, unitamente ai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria hanno dato esecuzione all’ ordinanza di applicazione della misura della custodia in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura barese, nei confronti di Vito D’Addabbo, Rocco Caringella e Anna Masciopinto quali responsabili, in concorso, del delitto di omicidio di Girolamo Perone, 24 anni, commesso “con premeditazione e in danno di prossimo congiunto”.

Per la Procura, D’Addabbio è stato l’esecutore materiale, Caringella e Masciopinto gli istigatori-determinatori della morte di Perrone, camuffando da incidente stradale un progetto delittuoso. Il 5 ottobre 2016 Perrone fu investito da una Fiat Punto condotta da D’Addabbo: obiettivo, lucrare le somme corrisposte dalla compagnia assicurative a titolo di risarcimento conseguente all’incidente, delle quali avrebbe beneficiato la Masciopinto, suocera di Perrone.

Le indagini avevano inizio dopo la segnalazione del sinistro stradale avvenuto sulla Sp 16 Adelfia-Cassano delle Murge ed il rinvenimento da parte dei Carabinieri di Adelfia della Punto con il parabrezza sfondato e vistose ammaccature sulla parte anteriore del mezzo. D’Addabbo, “in evidente stato di concitazione”, riferì di aver investito un pedone che aveva attraversato improvvisamente la strada. In un vigneto adiacente l’arteria stradale, sul lato destro della carreggiata, oltre la rete metallica di delimitazione, veniva ritrovato gravemente ferito Perrone, poi ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale Di Venere di Bari: sarebbe morto il 10 ottobre 2016.

Le indagini hanno evidenziato che la presenza di Perrone e di D’Addabbo, fratello della Masciopinto da parte di madre, sul luogo dell’incidente – strada di aperta campagna ubicata in un comune diverso da quello di residenza – non era casuale ma rispondeva ad un programmato disegno criminoso. La successiva, complessa attività di indagine, articolata anche attraverso operazioni tecniche di intercettazione telefonica ed ambientale e l’audizione di collaboratori di giustizia ha consentito di far luce sulla personalità di Caringella, in precedenza autore di analoghe frodi a danno di compagnie assicurative.

E’ emersoinoltre che gli indagati avevano proposto ad altro soggetto – legato a Perrone da rapporti di frequentazione – il coinvolgimento in un sinistro stradale in suo danno al fine di lucrare il relativo indennizzo assicurativo. La vicenda delittuosa si inserisce in un contesto di difficoltà economica e di assoluto degrado ed è connotata dalla caratura criminale di Caringella, portatore di gravi e ripetuti precedenti penali ed allo stato detenuto in carcere in base ad altro provvedimento cautelare.

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