Il triplice omicidio nel rione San Paolo non fu un agguato di mafia, ma solo vendetta. La Cassazione ha confermato le condanne inflitte con rito abbreviato nei confronti di alcuni dei responsabili dell’omicidio del boss del quartiere San Pasquale di Bari, Giacomo Caracciolese, ucciso il 5 aprile del 2013, e del triplice omicidio del quartiere San Paolo del 19 maggio 2013, in cui furono uccisi a colpi di Kalashnikov Vitantonio Fiore, figlio del boss Giuseppe Fiore, Antonio Romito e Claudio Fanelli.
La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di accusa e difese, quindi viene confermata la sentenza di secondo grado che stabilì che i due agguati mortali non rientrano in una guerra di mafia. Ecco le condanne inflitte: 18 anni di reclusione per il pregiudicato Donato Cassano, reo confesso dell’omicidio Caracciolese e 20 anni di reclusione per Nicola Fumai, tra i sicari del triplice omicidio. Non è ancora definitiva, invece, la pena inflitta nei confronti di Antonio Moretti, reo confesso del triplice omicidio, condannato con rito ordinario dalla Corte di Assise di Appello a 30 anni di reclusione.