La Corte di Appello di Bari ha ridotto da 3 anni e 4 mesi a 2 anni e 6 mesi di reclusione la pena inflitta nei confronti del 46enne iracheno Majid Muhamad, imputato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma coinvolto in una più ampia indagine della Dda di Bari sul terrorismo internazionale di matrice islamica che, si apprende da fonti inquirenti, andrebbe verso l’archiviazione.
Stando alle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi l’imputato avrebbe fornito supporto logistico, documenti falsi e alloggio, a decine di cittadini provenienti da Pakistan, Egitto, Iran, Marocco e Turchia. Muhamad, già condannato in via definitiva dal Tribunale di Milano alla pena di 10 anni di carcere (già scontati) per terrorismo internazionale, dopo la scarcerazione e il trasferimento a Bari, avrebbe gestito l’ospitalità di stranieri privi di permesso di soggiorno e ripreso i contatti con vecchie conoscenze, tutti soggetti sospettati di terrorismo, manifestando «i canoni portanti dell’ideologia islamica di matrice salafita» scriveva il giudice barese di primo grado. Il sospetto investigativo di un collegamento fra l’attività di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il reclutamento di combattenti da inviare nei campi di addestramento del Kurdistan iracheno, fornendo loro alloggio e documenti falsi, a Bari non avrebbe trovato conferma ma si apprende che altre Procure, in particolare quella di Catanzaro, avrebbero aperto indagini su di lui e sui suoi contatti con sospetti jihadisti.