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Puglia, criteri sbagliati, ritardi e pochi fondi: il bando per l’assegno di cura ai disabili come barriera architettonica

Pubblicato da: Gino Martina | Lun, 15 Gennaio 2018 - 08:15
Ritardi, punteggi assegnati con criteri penalizzanti e fondi non sufficienti a soddisfare 9 mila domande. Il bando della Regione Puglia per l’assegno di cura delle persone con disabilità gravissima presenta diverse lacune ed è contestato dalle associazioni che ne chiedono la riforma. A cominciare dal Comitato 16 Novembre, che ricorda in primis i disservizi e la proroga per la presentazione delle domande, per il periodo dal 6 settembre al 6 ottobre dello scorso anno, con famiglie che attendo l’assegno dallo scorso luglio, sperano di rientrare tra le 3 mila che ne usufruiranno.
“Il bando prevede l’assegnazione di 10 punti – spiega in una nota il Comitato – al gravissimo che non lavora. Ora, ponendo il massimo rispetto ai disabili gravissimi che riescono a lavorare ma, considerando che l’Inps fissa a 65 anni l’età pensionabile, non è stato un gravissimo  un errore  assegnare 10 punti in più alla persona ultrasessantacinquenne che, ovviamente non è più in età lavorativa?”. Di qui la richiesta di correggere i parametri,  decurtando  punti 10, aggiudicati erroneamente, a tutte le persone anziane e in pensione che “avevano usufruito di questo “bonus”, riuscendo a conquistare, proprio grazie a quei 10 punti in più, i primi posti nella classifica provvisoria”.
Ma gli ostacoli per le persone affette da disabilità gravissime non finirebbero qui. Per l’attribuzione del punteggio per reddito, gli uffici regionali non avrebbero fatto riferimento all’Isr,vale a dire all’indicatore della situazione reddituale, cioè del patrimonio disponibile di una famiglia, che si ottiene sommando tutti i redditi meno le detrazioni, le franchigie e i redditi esenti. ma bensì dell’Isee. L’applicazione di questo secondo indicatore ha portato all’assegnazione di n punteggio minore di quello dovuto e previsto dal bando, per molti disabili gravissimi.
Il Comitato denuncia anche che non verranno fatte le Uvm, vale a dire le unità di valutazione, a tutti i 9000 richiedenti ma solo a quelli che possono essere soddisfatti con gli importi disponibili. “Chi ha un punteggio basso – scrive ancora il Comitato – , non sarà sottoposto ad Uvm. Fra queste persone abbiamo già moltissimi soci collegati h24 a macchinari salvavita  che, fino alla precedente misura, percepivano l’assegno di sostegno sociale e che invece oggi sono esclusi, pur versando in condizioni di gravissima disabilità, proprio perchè  hanno un punteggio basso. Il Welfare cosa risponderà a queste persone che si ritrovano oggi con un punteggio di 35, 45, 55 punti, pur essendo collegati a macchinari salvavita h24? Che sono guarite?”
Di qui la proposta: “Valutiamo l’utenza per la condizione di gravissima disabilità. In caso contrario questo bando è da rifare”.
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