A poco sono servite le piogge cadute nelle ultime ore in Puglia, manna per una regione a secco in cui nell’ultimo anno è caduto quasi 1/3 di acqua in meno (-30%) e che ha provocato la più grave siccità dal 1800 con drammatici effetti sull’agricoltura, ma anche rischi per gli usi civili ed industriali.
Alla data odierna sono 102,9 i milioni di metri cubi di acqua in meno nei 4 invasi foggiani di Occhito, Capaccio, Osento e Capacciotti rispetto al 3 gennaio 2017, per cui la gravità e l’estensione del ‘fenomeno siccità’ obbligano ad un approccio straordinario, immediato, energico e strutturale.
“Ciò implica evidentemente che tutti gli interventi finanziari anche statali e comunitari e le diverse politiche di sviluppo – dice Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – siano prioritariamente orientati, quindi, subordinati, a tale obiettivo. Altro elemento propedeutico è l’esatta conoscenza del fenomeno, dei suoi effetti e della diversità e disponibilità di strumenti per intervenire. A parte la conoscenza dei mezzi amministrativo-legislativi e finanziari disponibili, è essenziale conoscere approfonditamente le diverse disponibilità d’acqua e di strumenti per accumularle”.
La prolungata e ricorrente siccità, con gli ingenti danni già subiti dall’agricoltura e gli inconsistenti livelli d’acqua invasati nelle dighe pugliesi e lucane, mettono a rischio in maniera ricorrente anche gli investimenti nelle differenti campagne agrarie.
“Mantenere, quindi, sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte) – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – ma anche conoscere i flussi d’acqua che vanno all’industria, quelli che in emergenza possono essere prelevati ancora da falde e sorgenti, l’acqua che può essere resa disponibile dai dissalatori e dai depuratori urbani. L’agricoltura pugliese e la sua affermazione sui mercati internazionali, con i prodotti tipici e di qualità, è strettamente collegata alla disponibilità di acqua ad uso irriguo”.
Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – denuncia Coldiretti Puglia– che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più strategico il ricorso all’assicurazione – conclude Coldiretti Puglia – quale strumento per la migliore gestione del rischio. E’ stato potenziato il servizio di assistenza tecnica alle aziende per la difesa delle colture dalle avversità meteoriche e per il supporto alle scelte operative aziendali. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali.