L’Organizzazione mondiale della sanità ha individuato il sistema sanitario della Regione Puglia come modello potenzialmente idoneo ad essere esportato ai fini della riforma del sistema sanitario greco. Il trasferimento di buone pratiche e il conseguente processo virtuoso è iniziato a gennaio 2017 ed è stato attuato dall’Aress (agenzia regionale per la salute e il sociale). In questo contesto di collaborazione e trasferimento di contenuti e modelli, la Puglia ha ospitato recentemente una “study visit”, una delegazione cioè di professionisti della sanità greca e dell’Organizzazione mondiale della sanità interessati ad approfondire la conoscenza delle nostre strutture sanitarie, l’organizzazione dei servizi territoriali e del complessivo modello Puglia.
“La sinergia ovviamente ci onora – ha commentato Giovanni Gorgoni, commissario straordinario ARess – e sono insospettabili le opportunità per lo stesso sistema pugliese, perché dallo scambio di esperienze emergono spunti di miglioramento ulteriore anche per i progetti regionali già avviati. Questa collaborazione con l’Oms conferma il ruolo guida che la Regione vuole interpretare in Italia meridionale e, da un punto di vista di spunti progettuali, anche in area euro-mediterranea, come testimoniano le iniziative europee a guida pugliese – Scirocco, Carewell, ASSEHS – e la prima edizione del recente Forum Mediterraneo in Sanità”.
Tra i numerosi casi di eccellenza, oggetto delle visite di studio, ci sono stati il Policlinico di Bari con il modello organizzativo del dipartimento di Emergenza Urgenza e il servizio di Telecardiologia, la Asl Bat con il modello organizzativo del dipartimento di Emergenza Urgenza dell’ospedale Dimiccoli di Barletta e la Casa della salute di Trani, e poi ancora un esempio di gestione dell’Emergenza in un ospedale privato accreditato, l’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti.
L’innovazione tecnologica e la telemedicina sono stati considerati strategici nella scelta dei casi di studio poiché, se applicati anche in Grecia, potranno ovviare alla carenza dei servizi nelle zone rurali e periferiche dove ancora, purtroppo, non sono garantiti adeguati standard sanitari alla popolazione.