La scorsa domenica sera, a Bari, nel quartiere Libertà un ragazzo nigeriano è stato brutalmente picchiato da una trentina di persone sotto casa.
Questo è soltanto l’ultimo di una escalation di violenza razzista, verbale e fisica, che sta investendo la nostra città e il Paese tutto, basti pensare ai fatti di Como o alla discussione parlamentare sullo Ius Soli.
Un escalation provocata dalla strumentalizzazione da parte di alcuni partiti e movimenti del fenomeno migratorio, facendolo passare come un’invasione del nostro territorio; o etichettandolo con lo stereotipo del migrante che ci ruba il lavoro, costruito sulla rabbia della popolazione dovuta alle dilaganti disuguaglianze e all’assenza di lavoro nelle nostre città, che non trovano un tentativo di contrasto da parte dei Governi e Amministrazioni.
D’altra parte è evidente la difficoltà delle forze democratiche e di sinistra di contrastare con fermezza i messaggi xenofobi e fascisti dei movimenti di destra di questo Paese.
Basti pensare alla mancata approvazione della legge sullo Ius Soli, la cui discussione è durata 10 minuti in aula per mancanza del numero legale, con il massiccio boicottaggio del Centrodestra e l’assenza parziale del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, facendo chiudere questa legislatura nel peggiore dei modi possibile.
Condanniamo con fermezza quanto avvenuto la scorsa notte e nei mesi passati – dichiara Luca Ieva, Coordinatore Zona Franka e Rete della Conoscenza Bari – e ancor più di prima chiediamo che nei luoghi della formazione venga affrontato il tema delle migrazioni, visto che è proprio all’interno di questi che si iniziano a sviluppare primi fenomeni di discriminazioni anche a causa della mancanza di spazi di discussione sulla questione.
A Bari e all’interno delle città non vogliamo più che i migranti vengano confinati in quartieri-ghetto.
Chiediamo all’amministrazione comunale che vengano avviate immediatamente delle politiche d’inclusione sociale e di inserimento nel mondo del lavoro dei migranti – continua Luca Ieva – che permettano a tutti di potersi emancipare dalla propria condizione di subalternità. Inoltre, risulta necessario l’avvio di un lavoro culturale e di informazione, da parte dell’amministrazione del sindaco Antonio Decaro, utile a contrastare quella paura verso i migranti che genera la lotta tra ultimi e penultimi nella nostra città e semina odio e violenza, provocando episodi gravissimi.