Il Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Lenticchia di Altamura fa sapere che sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è arrivata l’iscrizione della denominazione “Lenticchia di Altamura” nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette.
Dunque la Lenticchia di Altamura è ufficialmente Igp. Una vittoria per centinaia di agricoltori, Cooperative Agricole, aziende di lavorazione delle sementi, grossisti e confezionatori che per quasi tre anni hanno lavorato assieme per ottenere questo importante riconoscimento. La lenticchia sarà prodotta non solo in agro di Altamura come reca il nome stesso, ma in tutta l’area appulo-lucana che comprende i paesi di Ruvo di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola, Corato, Andria, Gravina in Puglia, Poggiorsini, Cassano, Santeramo, Montemilone, Genzano di Lucania, Palazzo San Gervasio, Irsina, Tricarico, Matera, Banzi, Forenza e Tolve.
L’indicazione Geografica Protetta designa come Lenticchia di Altamura la granella secca, ottenuta dalle varietà Laird ed Eston, che presenta una colorazione che va dal verde al marrone e con una forma appiattita con un calibro che va dai 3 ai 7 mm di diametro.
La Lenticchia di Altamura ha un’ottima consistenza e un alto contenuto di ferro e proteine, facilità di cottura e soprattutto un profumo e un sapore unici, conferiti proprio dalla terra dove ha origine: la Murgia.
L’area dell’Alta Murgia e dell’intera fossa pre-murgiana che racchiude i terreni di coltura della lenticchia, in molta parte ricadono all’interno dello splendido Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
“Il marchio Igp- spiega Antonio Nisi, Presidente del Consorzio – rappresenta il frutto di un lungo lavoro da parte di tutti gli afferenti al Consorzio, oggi 104, nato per valorizzare, tutelare e promuovere la Lenticchia di Altamura la cui produzione rappresenterà un valore aggiunto, in grado di supportare gli agricoltori che la coltivano e dare una marcia in più alle produzioni”.
Secondo Gerardo Centoducati, direttore del Consorzio, “il riscontro sarà anche di tipo economico per tutti i produttori che hanno ora l’opportunità di fregiarsi del marchio Igp, mantenere sostenuto il prezzo di vendita e di conseguenza la redditività e la marginalità delle loro produzioni, oltre a usufruire delle azioni di tutela e promozione che il Consorzio si impegna a portare avanti.” Una grande notizia per questo piccolo legume che tra venti giorni dovrà obbligatoriamente riportare sulle sue confezioni di vendita il logo europeo oltre che quello del consorzio.