Si è svolta domenica sera nell’auditorium “Spazio 7” della Fiera del Levante, la “Festa della professione” dell’Ordine dei medici di Bari, il tradizionale momento annuale di incontro, scandito dalla cerimonia di consegna delle medaglie d’oro e d’argento rispettivamente per i 50 e i 25 anni di professione, dal giuramento di Ippocrate dei neo laureati e dal conferimento del premio per la “Buona Medicina”.
“Oltre 1500 medici sono scesi in strada a Bari il 10 novembre scorso, non per una questione di rivendicazione fine a se stessa – ha commentato Filippo Anelli, presidente dell’Ordine de Medici di Bari – abbiamo espresso il disagio che la professione vive in questo Paese e in questa Regione, legato all’alterazione del rapporto di fiducia tra medico e cittadino. Il sistema non ci mette nelle condizioni di dare assistenza e prestazioni come si converrebbe. Da Bari parte una rivoluzione culturale che dice che è il momento di cambiare, il sistema aziendalistico non funziona più”.
Ai giovani medici che si avviano alla professione è andato l’augurio di Anelli: “Scienza e coscienza, devono accompagnare l’operato dei giovani che oggi scelgono la professione medica. Non bastano le competenze e le capacità professionali, per essere un buon medico infatti è fondamentale il rispetto della dignità del paziente, sapersi prendere cura dell’altro, difenderne i diritti. Capacità dunque, ma anche etica. Libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità, questi sono i vincoli della professione medica”.
Sulla professionalità italiana come sulla lotta all’abusivismo nel settore odontoiatrico si è soffermato Nicola Esposito, presidente della commissione “Albo Odontoiatri” di Bari: L’Ordine dei medici garantisce rispetto dei diritti del cittadino, garanzia di qualità, controllo, buona medicina, dialogo. No dunque alle cure low cost, ai viaggi all’estero con il miraggio di costi bassi e qualità elevata, al fumo negli occhi gettato da campagne pubblicitarie che delegittimano la professione, al prestanomismo. L’abusivismo mina la dignità professionale dell’odontoiatra e la sicurezza delle cure dei cittadini”.
Emozione e riflessione durante la consegna del Premio Buona Medicina, che quest’anno è stato assegnato dal Consiglio dell’OMCeO a tutti i medici vittime di violenza. La Puglia detiene infatti il preoccupante primato di regione col più alto numero di aggressioni ai danni di medici. Un ricordo sentito è andato a Maria Monteduro e Paola Labriola, uccise nello svolgimento della professione.
La richiesta di maggiore sicurezza insieme al ripristino dell’autorevolezza della professione medica, formulata nel corso della manifestazione del 10 novembre, è stata ribadita con fermezza durante la consegna simbolica del Premio – che verrà conservato nella sede dell’Ordine – a tre medici vittime di violenza: Ombretta Silecchia del servizio di guardia medica, Roberta Ladisa e Guido Quaranta del servizio 118 del San Paolo. “La battaglia per la sicurezza va portata avanti, non molleremo per noi, per i pazienti ma anche per i giovani medici che hanno appena giurato. Non si può lavorare con la paura, aspettiamo risposte alle nostre domande, non bastano promesse. Occorrono fatti”, ha dichiarato Roberta Ladisa, ricevendo il premio.