Il picco influenzale arriverà in Puglia nel periodo delle festività natalizie, ma già sono stati segnalati numerosi casi dagli 88 medici sentinella, secondo il rapporto InfluNet del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Maggiormente colpite le fasce d’età tra i 5 e i 14 anni e sopra i 65 anni e la prevenzione, secondo Coldiretti Puglia, diviene un fattore determinante che passa per l’alimentazione. Sono molti i frutti delle campagne in grado di contribuire alla prevenzione della malattia grazie agli elevati contenuti in vitamina C, quali uva, peperoncini, peperoni, cavoli, spinaci, broccoli, radicchio, pomodori, sedano, kaki, clementine, arance ed anche mele sono solo alcuni esempi di frutta e verdura di stagione che – continua la Coldiretti – possono garantire un apporto rilevante di vitamine di fronte all’avanzare dell’influenza, oltre a latte, uova e miele che aiutano ad affrontare la giornata sin dal mattino.
“Resta il succo di melagrane il miglior ausilio naturale – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – contro influenza e raffreddore, perché possiede il 40% del nostro bisogno giornaliero di vitamina C. Il frutto del melograno può essere impiegato non solo in campo alimentare ma anche in quello farmaceutico. Le sue virtù più importanti, infatti, sono generate dalla presenza di sostanze ad alta attività antitumorale come l’acido ellagico, i flavonoidi e altre sostanze con proprietà antiossidanti che nel loro insieme collaborano in modo attivo nella cura di vari tumori (prostata, pelle, seno, polmoni)”.
Nel 2013 in Puglia (dati Istat) erano coltivati 67 ettari a melograno, balzati in pochi anni ad oltre 1000 ettari, principalmente nelle provincie di Taranto, Bari e Lecce. La quasi totalità della produzione italiana si concentra in Puglia (dove si trova circa il 60% della superficie coltivata).
L’agropirateria è purtroppo in linea con l’evoluzione dell’imprenditoria agricola locale, anzi precorre i tempi. L’aumento della domanda di melograno – denuncia Coldiretti Puglia – alimenta le importazioni di prodotto oltre che dai paesi produttori dell’Europa del Sud, Spagna, Israele e Marocco, anche da Cile e Sudafrica, come al solito spacciati per ‘made in Puglia’. Oltre al prodotto fresco, sono i semi lavoratori ad essere importati perché destinati all’industria di trasformazione e alla cosmesi”.
“Sono proprio le melegrane importate dalla Turchia – commenta il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – al secondo posto dei cibi più contaminati da sostanze tossiche e le melegrane importate da Israele sono al 9 posto dei cibi che inquinano maggioramene l’ambiente, dato che per raggiungere le tavole dei consumatori pugliesi percorrono 2.250 km, bruciando 1,3 chili di petrolio e liberando 4,05 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto”.
In Italia sono due le varietà che si stanno diffondendo più velocemente, Akko e Wonderful, già impiantate in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, la prima più precoce dato che la campagna comincia nella prima decade di settembre con una produttività che varia dalle 25 alle 30 tonnellate per ettaro, per la seconda, invece, la campagna prende l’avvio nella seconda metà d’ottobre e la produttività varia dalle 35 alle 45 tonnellate per ettaro. Tra l’altro le melegrane sono richieste anche dalla Gdo che ha visto crescere vertiginosamente l’attenzione dei consumatori che ne apprezzano i molteplici usi e sono interessati a conoscerne gli utilizzi e le caratteristiche nutritive. Ciò ha prodotto il grande successo di un frutto – conclude Coldiretti Puglia – fino ad oggi tenuto in disparte e non sufficientemente valorizzato considerate le virtù che dimostra di avere.