“Il sindaco di Locorotondo ha comunicato che non ritirerà il patrocinio del Comune al convegno no-vax previsto per domani, perché a suo tempo concesso in buona fede, cioè non conoscendo le “anomalie riguardo ai personaggi che interverranno”. E nonostante le “anomalie” che il sindaco ha scoperto e che sanzionerà non partecipando al convegno, il patrocinio non sarà ritirato perché “Locorotondo ha sempre favorito il dibattito libero”. Ora, conosco Tommaso Scatigna e sono convinto della buona fede iniziale, ma la giustificazione addotta per non ritirare il patrocinio mi sembra – detto con la sincerità di un amico – un po’ debole e forse cerchiobottista”. Lo dichiara il presidente della commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati, consigliere regionale del Pd e primo firmatario della legge regionale che avrebbe voluto introdurre l’obbligo delle vaccinazioni sino a 17 anni.
“Se il sindaco ha rilevato anomalie – prosegue Amati – in che modo il dibattito conseguente può considerarsi libero, cioè non condizionato? Se tra queste “anomalie” vi è anche l’istigazione a violare la legge sull’obbligo vaccinale, non si pone un problema di legalità che è valore su cui si organizzano decine e decine di convegni e manifestazioni all’anno? Se il sindaco ha riscontrato che parteciperanno relatori impegnati per esempio nel sostenere che il sole gira attorno alla terra (tipo HIV non esiste e terapia chelante), in che senso vi è la libertà di proclamare nella modalità convegnistica tale suggestione e per giunta con l’assistenza morale di un’istituzione pubblica e materiale di una struttura pubblica scolastica? La buona fede iniziale è forse il passepartout per non cambiare idea, anche di fronte ad accertate “anomalie”? Si è mai visto il comandante di un aereo che dopo aver riscontrato “anomalie” al mezzo ne consente comunque il decollo, o peggio lo fa decollare previo il proprio sbarco?
Il diritto di dibattere e parlare liberamente non esiste in sé, ma come conseguenza del dovere di pensare approfonditamente e con cognizione di causa. Uno vale uno non funziona in nessun campo della vita quotidiana; salvo ogni cinque anni nel segreto di una cabina elettorale.
Se le istituzioni pubbliche (comprese le scuole che offrono i locali) non intervengono con nettezza e senza complessi, andrà a finire che il posto riservato dalla storia a Galileo Galileo lo prenderà Tommaso Caccini, il suo accusatore. E il conto lo pagheranno i bambini dei genitori più ignari e suggestionabili, perché la maggior parte degli animatori di questi movimenti non razzolano come predicano (infatti praticano le vaccinazioni per i propri figli) e usano il dissenso vaccinale per fare politica senza passare dalle elezioni”.