“L’azienda ha un problema di liquidità e non riesce a garantire lo stipendio intero ai lavoratori. Da settembre paga la metà di quanto dovuto, per poi saldare il resto fra sei mesi. È la proposta che vorrebbe consolidare ma che noi respingiamo fermamente”
Il segretario regionale Uiltucs, Marco Dell’Anna, racconta la difficile situazione vissuta dai 22 lavoratori della casa di riposo Vittorio Emanuele II di via Napoli, a Bari. Da settembre la cooperativa che la gestisce non riesce a far fronte ai suoi impegni e ha deciso pressoché unilateralmente di pagare i dipendenti la metà di quanto dovrebbero percepire, per almeno sei mesi. Una condizione partita a ottobre, alla scadenza del pagamento degli stipendi del mese precedente, che rischia di mandare sul lastrico intere famiglie.
Come state agendo?
“Abbiamo avuto incontro con l’Asp Terre riunite di Bari, che è il committente per la gestione della casa di cura affidata alla cooperativa Progetto Vita. Hanno detto chiaramente che hanno problemi di liquidità ma la loro proposta è inaccettabile. Lunedì avremo un incontro con i lavoratori e decideremo sul da farsi”.
Quali sono le cause di questa mancanza di liquidità?
“L’azienda dice che c’è stata una riduzione di cinque posti letto e che ci sarebbero dai sette gli otto esuberi tra i lavoratori”.
Quali soluzioni prospettate?
“Di certo non è possibile non pagare i lavoratori per quanto spetta loro. Proponiamo nel frattempo il ricorso agli ammortizzatori sociali, come la solidarietà o il Fondo di integrazione salariale previsto dal Jobs act, altrimenti passeremo alle vie legali, facendo partire i decreti ingiuntivi. Ma questo dovrà essere deciso dai lavoratori lunedì”.
Il Comune di Bari è l’ente pubblico di riferimento della Casa di cura, in che modo sta intervenendo?
“Lo abbiamo sollecitato più volte, anche in occasione dello sciopero dei lavoratori di un mese fa circa, ma non abbiamo avuto alcun riscontro”.