“In riferimento a quanto previsto dal “Piano contenente le prime misure di intervento per il risanamento della qualità dell’aria nel quartiere Tamburi di Taranto, per gli inquinanti Pm10 e benzo(a)pirene e dai connessi adempimenti previsti a carico di Ilva, la Fiom Cgil richiede un incontro urgente per poter discutere delle misure adottate e soprattutto trovare ulteriori soluzioni che impattino il meno possibile sulla città”.
Il sindacato dei metalmeccanici chiede a gran voce chiarimenti e interventi concreti alla dirigenza dell’acciaieria Ilva di Taranto su ciò che accade durate le giornate di vento forte proveniente da Nord, che spazza polveri e sostanze inquinanti sulla città, e che costringe la popolazione a una serie di misure per limitare l’esposizione alle sostanze inquinanti.
“Ilva infatti, in caso di giornata “wind day” – spiega in una nota la Fiom -, deve ridurre il numero delle operazioni di caricamento, sfornamento e spegnimento del coke di almeno il 10% rispetto ad una giornata tipo, garantendo inoltre la limitazione delle emissioni fuggitive di benzo(a)pirene anche attraverso attività giornaliere di manutenzione e regolazione della tenuta delle porte dei forni di cokefazione, aumentando di circa il doppio il numero delle ore lavorate. Inoltre è prevista la riduzione del 10% della quantità totale di minerali e fossili e una filmatura doppia dei cumuli di materie prime stoccate nei parchi primari. Tali misure – prosegue la Fiom-, così come abbiamo potuto constatare ogni qual volta si sono verificati tali eventi, sono tuttavia risultate insufficienti, è necessario pertanto aprire immediatamente un tavolo di confronto con Arpa Puglia, Asl e Comune di Taranto per trovare ulteriori soluzioni tecniche atte ad evitare che a pagare siano ancora una volta i bambini del quartiere Tamburi ai quali, per effetto di un’ordinanza del sindaco, viene impedito l’ingresso a scuola”.
La Fiom Cgil chiede inoltre di essere messa a conoscenza dei report di riscontro in caso di wind day.