Un gruppo compatto di donne baresi, residenti al villaggio Trieste (nei pressi della Fiera del Levante) e al rione Madonnella, questa mattina ha organizzato un sit-in di protesta sotto la sede dell’Acquedotto pugliese. Al centro delle lamentele c’è la crisi idrica che da fine settembre interessa diverse zone della città. Con la riduzione della pressione (a 0,50 bar) che in alcuni casi limita per oltre 12 ore al giorno l’afflusso d’acqua corrente ai piani più alti dei palazzi sprovvisti di una cisterna condominiale a livello stradale o di un adeguato impianto di spinta.
“Siamo senza acqua calda – spiega nel video Maria Lapignola, portavoce del sit-in – continuare così è estenuante. L’Aqp non ci da risposte, facciamo un appello al sindaco Antonio Decaro e al presidente Michele Emiliano in modo da trovare una soluzione. Ci sentiamo cittadini di serie B”.
Per l’intera regione le fonti di approvvigionante d’acqua tra Campania e Molise sono al minimo storico: rispetto a un anno fa si registra il 50 per cento in meno negli invasi e un calo del 34 per cento di risorse nelle sorgenti. Solo precipitazioni abbondanti potranno far rientrare lo stato d’emergenza, attuato per tutelare le scorte d’acqua anche in vista della prossima primavera.
“Acquedotto pugliese non eroga il servizio nelle abitazioni – prosegue nel video Vito Palumbo, responsabile comunicazioni esterne Aqp – ma fa giungere le condutture fino al condominio. Devono essere poi i privati ad adeguare l’impianto interno secondo le normative vigenti”.
Da indiscrezioni, sembra che sia del tutto assente un monitoraggio “tecnico” di Aqp per quantificare quante utenze sono state colpite direttamente dalla crisi idrica.