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Andria, sequestrati ad un pregiudicato appartamenti di pregio e terreni per oltre un milione e mezzo di euro: erano intestati a prestanome

Pubblicato da: redazione | Lun, 13 Novembre 2017 - 09:15

Era in possesso di un ingente patrimonio intestato a prestanome. Sequestrati 18 appartamenti ad un pregiudicato di 38 anni residente a Minervino Murge, attualmente sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Tale provvedimento scaturisce dalla proposta del questore di Bari, Carmine Esposito,  che ha disposto il sequestro di diversi beni nella disponibilità dell’uomo, escludendone la facoltà d’uso, tranne che per l’immobile destinato alla residenza principale per il quale la persona dovrà corrispondere alla custodia giudiziaria il relativo canone di occupazione.

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In particolare, sono stati messi i sigilli su 18 beni immobili, tra cui un fabbricato storico indipendente di elevato valore, risalente al 1700 e tenuto in ottimo stato di conservazione, adibito ad abitazione principale dell’intero nucleo familiare, composto da 12 vani ben arredati e numerosi terreni situati nella zona circostante, tutti coltivati, per una superficie complessiva di circa una decina di ettari. Sono stati inoltre sequestrati rapporti di conto corrente aperti presso un istituto di credito ed un ufficio postale situati nel Comune di Minervino Murge ed un autocarro utilizzato per il trasporto di prodotti agricoli.
Al riguardo, si sottolinea che la maggior parte dei terreni sottoposti a sequestro, destinati alla coltivazione di frutteti di cui non è stata concessa la facoltà d’uso, sono situati in una zona di interesse archeologico, denominata “Torlazzo”, ove in passato furono rinvenuti numerosi reperti funerari risalenti alla civiltà “Dauna” del IV-V secolo A.C.
Da una prima ricognizione, i beni sottoposti alla misura preventiva del  sequestro ammonterebbero complessivamente ad un valore di circa un milione e mezzo di euro.
Il provvedimento di sequestro in questione scaturisce da una precedente attività d’indagine condotta dai poliziotti di Andria, tesa ad identificare i responsabili di numerosi episodi criminosi, avvenuti negli ultimi mesi dell’anno 2017, in danno ad alcuni sportelli bancomat della zona: 13 persone furono indagate per i reati di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato, ricettazione, danneggiamento, accensioni ed esplosioni pericolose, possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, fabbricazione o commercio abusivo di materiali esplodenti ed altro. Nella circostanza, tra le persone colpite dalla custodia cautelare in carcere, figurava anche Vincenzo Saracino.

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