Avrebbero pilotato sentenze della commissione tributaria regionale e provinciale di Foggia, dietro la consegna di mazzette. Tredici misure cautelari questa mattina per corruzione, falso e truffa, nelle Commissioni Tributarie. Le misure sono state adottate a conclusione dell’operazione chiamata “Giustizia privata – De repetundis”.
Dieci persone sono finite ai domiciliari, per tre è scattata l’interdizione alla professione per un anno. I reati contestati dalla Procura della Repubblica agli indagati – giudici tributari, funzionari delle Commissioni tributarie regionale e provinciale di Foggia, commercialisti/difensori ed imprenditori/contribuenti – sono quelli di corruzione in atti giudiziari, falso e truffa in concorso. L’inchiesta è cominciata nel 2016 e ha permesso di accertare che alcuni segretari di sezione delle commissioni tributarie provinciale di Foggia e regionale erano diventati per lungo tempo punto di riferimento dei difensori di alcuni contribuenti del territorio dauno. Questi, per evitare che i loro clienti pagassero allo Stato le imposte dovute, preferivano versare somme di denaro o altre utilità ai funzionari amministrativi delle commissioni e ad alcuni giudici delle stesse, in cambio di decisioni favorevoli nei contenziosi tributari. Ciò determinava per i contribuenti un vantaggio patrimoniale e per i difensori prestigio e guadagni nell’ambiente tributario.
Nel corso dell’indagine è emerso, ad esempio, che un commercialista avesse a libro paga un funzionario tributario, versandogli ogni mese 400 euro. In totale gli illeciti hanno raggiunto la cifra di 60mila euro, con tangenti comprese tra i 500 e i 1000 euro.
“Un vero e proprio comitato d’affari”, è stato definito dal responsabile del Gruppo tutela spesa pubblica/sezione anticorruzione di Polizia Tributaria di Bari, colonnello Giacomo Ricchitelli, nel corso della conferenza stampa tenutasi nella sede della Procura a Foggia. Agli arresti domiciliari sono finiti i giudici tributari Giuseppe D’Avolio, di Ischitella; Vito Merra, di Cerignola; Antonio Ventura e Antonio Cerase, entrambi di Foggia. Arresti domiciliari anche per due dipendenti delle commissioni tributarie: Rosaria Adriana Benigno (ora in pensione), e Domenico Laricchia, entrambi di Foggia. Arresti domiciliari per i commercialisti difensori nelle commissioni tributarie Gaetano Stasi e Francesco Ricciardi, entrambi di Foggia e Antonio Scala e Gaetano Valerio, entrambi di Vieste. L’interdizione è stata decisa per i commercialisti: Giovanni Antini di San Giovanni Rotondo e Gianluca Orlandi di Noicattaro (Bari).