Primarie aperte. Questa la richiesta del presidente del Consiglio comunale, iscritto al Pd, Pasquale Di Rella, in vista delle politiche del 2018. “Nell’accesso alle cariche parlamentari – scrive in una nota – si impone con legge l’indicazione diretta, discrezionale del capo e si sottrae il candidato al giudizio del popolo, eliminando il voto di preferenze, perché si ritiene che gli elettori siano facilmente condizionabili o addirittura corruttibili. Argomentazioni pretestuose e offensive di chi teme il giudizio dei cittadini e preferisce individuare a monte deputati e senatori per garantirsi fedeltà assoluta”.
Da qui l’appello al Partito Democratico. “Il Pd individui le candidature con primarie aperte, o almeno tra gli iscritti, e cancelli il dubbio che si voglia imporre dall’alto un mini esercito di parlamentari molto distanti dai territori ma molto vicini ai capi corrente”.
Di Rella ricorda quando partecipò alla costituzione del Pd pugliese. “Mi spiegarono che serviva a ridurre la frammentazione, che le correnti sarebbero state un brutto ricordo. Oggi nel Pd ce ne sono almeno una decina. Con diverse e inconciliabili posizioni su rilevanti questioni costituzionali, politiche, economiche, sociali. Queste correnti – conclude – servono a dividersi le candidature alle prossime politiche?”