Punti di forza e di debolezza, analisi delle prospettive di crescita e ipotesi di lavoro per consentire lo sviluppo economico del porto e ricucirlo con la città, a cominciare da quelle opere che potrebbero essere realizzate per qualificarlo come ‘porto turistico’. È questo il contenuto dello studio sul fronte mare di Trani realizzato in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto tra Comune, Confindustria Bari e BAT e ANCE Bari e BAT con l’obiettivo di favorire lo sviluppo urbano sostenibile della città.
Al centro dell’evento dal titolo “Trani – Studi Urbani – Il Porto come nuovo attrattore turistico”, organizzato nel Polo Museale, le analisi urbanistiche sulla zona e numerose ipotesi di lavoro per valorizzare l’area. Tra esse l’aumento dei posti barca (dagli attuali 520 a 580), in particolare quelli destinati alle imbarcazioni medio-grandi, l’allargamento delle banchine, la creazione di servizi turistici che permettano di ottenere riconoscimenti come la ‘Bandiera Blu’, la creazione di elementi di raccordo con la città, l’allargamento verso il mare della piattaforma terrestre con la realizzazione di un piccolo anfiteatro e la riqualificazione delle piazze della zona fronte mare.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di lavoro coordinato dall’Ordinario di Ingegneria ambientale del Politecnico di Bari Leonardo Damiani e dal presidente del Cerset – ANCE Mario Presicci. All’incontro sono intervenuti il sindaco di Trani Amedeo Bottaro, l’assessore regionale ai Lavori pubblici Anna Maria Curcuruto, il presidente di ANCE Beppe Fragasso, il presidente della zona BAT di Confindustria Sergio Fontana, il responsabile urbanistica di Legambiente Puglia Domenico Delle Foglie e il prorettore vicario del Politecnico di Bari Loredana Ficarelli.
Lo studio
Lo studio ha analizzato i punti di forza del litorale tranese, in buono stato di conservazione ma che potrebbero essere oggetto di lavori per migliorarne sicurezza e fruibilità oltre che per dare un’identità architettonica precisa al centro cittadino; tra questi il Castello Svevo, da proteggere dalla forza erosiva del mare e armonizzare da un punto di vista architettonico con il porto, e la villa Comunale, da valorizzare insieme a tanti edifici di rilievo storico e diverse piazze. Dall’analisi del porto, e del suo possibile inserimento nel sistema dei porti turistici italiani, emerge una proiezione su quello che potrebbe essere l’aumento delle imbarcazioni in ingresso grazie al crescente afflusso di turisti in Puglia, nella quale si rileva una carenza di quasi 15 mila posti barca, di cui circa 800 solo nella BAT. L’analisi opera una riflessione anche sulla carenza di servizi e aree attrezzate, che rendono necessaria la realizzazione di nuove infrastrutture (come banchine e attività commerciali, servizi diportistici e tecnologici, parcheggi e un migliore sistema di illuminazione) e un ripensamento dei moli di San Nicola e di Sant’Antonio, sia dal punto di vista strutturale che da quello inerente la loro funzionalità rispetto al bacino naturale del porto antico.