Nuovo taglio alla pressione dell’acqua. Dal 10 novembre nelle case dei pugliesi arriverà ancora meno acqua. Aqp, infatti, sarà costretta tra meno di dieci giorni ad un secondo contenimento dopo quello adottato un mese fa.
“La continua e progressiva riduzione della risorsa idrica alle fonti di approvvigionamento, a causa della perdurante siccità che investe anche il nostro territorio, impone nuove misure di contenimento dei consumi”, spiegano da Acquedotto pugliese. “Le particolari condizioni climatiche – spiegano ancora da Aqp – fanno registrare una sempre più ridotta disponibilità di acqua dalle sorgenti storiche di Caposele e Cassano Irpino (33% in meno rispetto alla media del periodo) e dalle dighe (50% di milioni di metri cubi in meno invasati rispetto allo scorso anno). Acquedotto Pugliese si è impegnato a garantire, comunque, il livello minimo di erogazione previsto dalla carta dei servizi, assicurando una pressione di 0,5 atmosfere al contatore”. Però, l’ulteriore riduzione di pressione causerà disagi maggiori ai pugliesi, soprattutto a coloro che vivono ai piani superiori al primo e negli edifici privi di autoclave installata al piano terra. “L’installazione ai piani alti o, peggio, sui solai degli stabili, non è sufficiente ad assicurare l’erogazione idrica”, spiegano ancora da Aqp.
Se non dovessero esserci precipitazioni significative per tutto l’inverno, ipotesi improbabile ma da tenere in considerazione, a marzo le scorte potrebbero esaurirsi. Aqp chiede l’aiuto di tutti i pugliesi. “Si invitano – dicono dagli uffici di via Cognetti a Bari – tutti gli amministratori di condominio e i singoli privati proprietari di immobili a provvedere alla verifica ed eventualmente all’installazione di adeguati impianti di autoclave centralizzati, che assicurino l’erogazione in tutti i punti dello stabile, anche i più lontani e alti rispetto al contatore, e che rispondano alla normativa vigente. Probabili disparità di condizione della pressione nelle reti all’interno dello stesso abitato e tra abitati possono dipendere dalle quote altimetriche: le zone alte degli abitati sono spesso più critiche”.