Vittoria e quarto posto. Gran bell’epilogo per il Bari, quello della dodicesima giornata d’andata, in attesa dei tre posticipi che condizioneranno minimamente la classifica dei biancorossi. Ci si aspettava un Bari bello e vincente, com’è quasi sempre stato sinora al San Nicola (tranne che contro il Venezia), ma per vederlo s’è dovuto attendere il secondo tempo e qualche episodio favorevole. L’infortunio di Padella, in primis, poi l’espulsione di Gigliotti, ovvero la coppia centrale difensiva dell’Ascoli azzerata in pochi minuti. La buona sorte ha ammiccato e Grosso ne ha approfittato, inserendo a inizio ripresa Brienza al posto di Busellato e dando ai suoi quella qualità che rende il buon Ciccio unico.
Lì i biancorossi hanno cambiato marcia e il gol non ha tardato ad arrivare, anche se il sinistro dalla distanza di Galano è diventato mortifero grazie alla deviazione di un difensore. Autorete pura, invece, quella dello sfortunato Mogos, su cross dello stesso Galano, che di fatto ha chiuso i conti al 14′ della ripresa. Il tris è arrivato poco prima della mezz’ora e ha portato con sé un’altra buona notizia, il ritorno al gol di Floro Flores, incitato dal pubblico del San Nicola anche in occasione dei precedenti, fallimentari tentativi nell’area avversaria.
Prima non era stato facile con il Bari che, schierato con un 4-3-3 speculare al modulo dei marchigiani, aveva sofferto l’assenza di Basha e non era riuscito a trovare mai il cambio di ritmo, malgrado la continua staffetta fra Galano e Improta. Un Bari fluido e poco contratto, che ha pagato la batosta di Brescia, come ha detto lo stesso allenatore biancorosso Fabio Grosso. E proprio quello è il problema da risolvere, perché vincere in casa non basta per coltivare sogni di gloria, e soprattutto continuare a perdere in trasferta può condizionare negativamente anche le prestazioni casalinghe. E non sempre può andare tutto bene come oggi.