Il progetto presentato dal Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro si é classificato al primo posto nella graduatoria dei progetti finanziati nell’ambito dell’avviso pubblico della Regione Puglia finalizzato al rafforzamento dei corsi di studio innovativi erogati dalle Università pugliesi.
Con un finanziamento di 300.000 euro, il Dipartimento Sviluppo Economico, Innovazione, Istruzione, Formazione e Lavoro – Sezione Formazione Professionale della Regione Puglia, che presidia le politiche regionali di sviluppo della conoscenza e di sostegno alla ricerca scientifica, all’innovazione tecnologica e al sistema di istruzione e universitario, ha deciso di sostenere la strategia di crescita ed investimento nel settore della Sicurezza Informatica promossa dal Dipartimento di Informatica che, già da questo anno accademico 2017/2018, ha avviato il corso di laurea Magistrale in Sicurezza Informatica nella sede di Taranto presso il Quartiere Paolo VI. L’Università di Bari è quindi la terza università sul territorio nazionale e la prima nel Mezzogiorno ad aver attivato la laurea magistrale sul tema della Cyber Security. A premiare tale scelta è anche la risposta del territorio di riferimento che, con 25 immatricolati già al primo anno di avvio e a iscrizioni ancora aperte, conferma un interesse senza precedenti. D’altra parte, è di pochi giorni fa la notizia che lo short Master in Cyber Security, promosso sempre dal Dipartimento di Informatica e conclusosi prima dell’estate, ha visto l’assunzione dei 15 corsisti che vi hanno partecipato.
I temi sul tavolo sono di stringente attualità e i numeri che caratterizzano il fenomeno lo confermano, come evidenzia il rapporto CLUSIT 2016 secondo cui si registra: Cybercrime (Ransomware, ecc.) +30%, spionaggio informatico +39%, attacchi DDoS +24%, 230.000 malware creati ogni giorno. Nei primi mesi del 2016 l’incremento maggiore degli attacchi più gravi si osserva nei settori bancario/finanziari e nella sanità, sempre più presi di mira da cyber criminali con finalità di furto di informazioni ed estorsione tramite Ransomware (software che blocca delle funzioni del computer fino ad avvenuto pagamento di un ricatto).
In questo scenario, che assume i connotati di una vera e propria battaglia nel cyberspace dove a criminali tecnicamente super esperti si contrappone tutto il resto del mondo degli utenti spesso informaticamente poco alfabetizzato e certamente impreparato a fronteggiare minacce cyber, il confronto risulta ovviamente impari e, a prescindere da quali siano gli strumenti di protezione adottati, sarà sempre il fattore umano l’anello debole della catena. Ed è su questo che occorre lavorare, creando cultura e consapevolezza, ed è questa la strada intrapresa dall’Università di Bari.
Il progetto approvato, sinergico con la laurea magistrale, si articola in tre azioni, come riferisce la professoressa Teresa Roselli, coordinatore scientifico del progetto e presidente del Consiglio di Interclasse delle lauree in Informatica. Si prevede infatti:
– il coinvolgimento attivo dei maggiori esperti mondiali sul tema che possano fornire competenze allo stato dell’arte e la visione di medio periodo sui fenomeni connessi alla Cyber Security;
– il potenziamento delle attività pratiche attraverso la creazione di un laboratorio di informatica autogestito da appassionati di informatica, detto HackerSpace o HackLab, dotato di piattaforme software d’avanguardia e di riferimento per la cyber security e il coinvolgimento attivo di tecnici ad altissima qualificazione ed espressione dei maggiori fornitori di soluzioni per la cyber security;
– l’affidamento di docenze ad esperti provenienti dal mondo delle imprese riconosciuti del settore al fine di velocizzare la fase di avvio e crescita del corso, attraverso l’apporto di abilità specialistiche aggiuntive rispetto a quelle già patrimonio del corpo docente universitario.
Su queste azioni hanno puntato anche Confartigianato, Confcooperative, Confindustria e il Distretto Produttivo dell’Informatica Pugliese, che con la sottoscrizione di manifestazioni di interesse già in fase di candidatura dell’idea progettuale, ne hanno di fatto comprovato la validità industriale e prospettica dei contenuti e delle ricadute occupazionali in particolare.