“Un monitoraggio sulle emissioni di zolfo nel porto di Bari”. A richiederlo il consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, Sabino Mangano. “Nell’ambito del programma “CAFE – Clean Air for Europe” della Comunità Europea, si è stimato che dal 2020 le emissioni di anidride solforosa e di ossidi di azoto provenienti dal trasporto marittimo supereranno le emissioni del totale delle fonti terrestri. Dagli anni Ottanta fino ai nostri giorni diversi studi ed indagini epidemiologiche effettuate dalle Asl e dal Dep – Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale Regione Lazio – hanno segnalato un eccesso di rischio di mortalità tra i residenti del Comune di Civitavecchia (autorità portuale) per tumori maligni, in particolare per tumore del polmone, della pleura e al fegato e per infezioni acute delle vie respiratorie”.
Il decreto legislativo del 16 luglio 2014 n. 112 di attuazione della direttiva 2012/33/UE ha imposto già dal 2015 un tenore massimo di zolfo nei combustibili navali dello 0,10% per le aree di controllo delle emissioni già istituite, ovvero nel mar Baltico, nel mare del Nord e nel canale della Manica, mentre per gli altri mari europei, tra cui il Mediterraneo, il tenore massimo di zolfo imposto è solo dello 0,50% e per giunta entro il 2020.
“Per questo motivo – aggiunge – non essendoci uno studio approfondito per l’area portuale di Bari e recependo l’invito del sindaco di Civitavecchia, abbiamo depositato apposito ordine del giorno per il prossimo Consiglio comunale affinché l’amministrazione cittadina solleciti il Governo chiedendo che, per tutte le zone di mare, venga applicato un tenore massimo di zolfo dei combustibili navali pari allo 0,10% in massa e al tempo stesso promuova, in base alle procedure dell’allegato VI della convenzione Marpol, l’istituzione di una nuova area di controllo delle Emissioni (ECA) nel Mediterraneo, che comprenda aree di controllo delle emissioni di ossidi zolfo e particolato e di ossidi di azoto”.