Largo Giordano Bruno resta senza auto. Lo ha stabilito con una delibera la giunta comunale. La sperimentazione partita il 15 maggio è terminata: il Comune ha quindi deciso, così come è successo per via Argiro e via Roberto da Bari, di lasciare l’isolato dal numero civico 24 al 42 senza le auto. Il via libera definitivo non è però stato confermato per via Bozzi (tra via XXIV maggio e piazza Eroi del mare) dove uno sponsor privato ha anche provveduto alla sistemazione di alcune fioriere: qui lo stop alle auto durerà ancora fino al 31 gennaio del 2018. L’amministrazione valuterà solo in seguito se rendere la chiusura definitiva o tornare indietro come accaduto ad esempio in via Suppa.
Nella delibera approvata la giunta si è inoltre impegnata ad individuare, all’interno della zona a sosta regolamentata C, aree di sosta riservate ai residenti con contrassegno, per soddisfare la richiesta di posti auto saltati con la pedonalizzazione.
In realtà la chiusura è stata fortemente osteggiata da alcuni residenti riuniti in un comitato, sostenuti dalla consigliera comunale di ScelgoBari, Irma Melini.
“Viene approvata la definitiva chiusura di largo Giordano Bruno e la proroga per altri 4 mesi di via Bozzi contro il principio della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, così come sancito dallo statuto del Comune di Bari, ma anche dal programma elettorale di Decaro – commenta Melini – raccolte di firme andate a vuoto, richieste di incontro disattese, promesse di compensazione dei posti auto mai realizzate. Questa amministrazione sta rendendo invivibile parte dei luoghi più belli della nostra città da Bari Vecchia alla zona Umbertina”.
Melini ricorda una recente sentenza del tribunale di Brescia che ha condannato il Comune a risarcire di 50mila euro i residenti per i disagi causati dagli schiamazzi notturni dei clienti di alcuni locali. “È innegabile – si legge nella sentenza – che l’ente proprietario della strada da cui provengono le emissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a far cessare dette immissioni”. “Così dice il giudice e così rivendichiamo da mesi noi del Comitato della Zona Umbertina – prosegue Melini – anche con atti e proposte scritte volte a regolamentare la zona. È chiaro ed evidente che la battaglia di vivibilità dei luoghi oggetto di attrazione notturna non debba mai sfociare in una guerra fra residenti e commercianti. Per questo motivo è dovere del Comune tutelare l’interesse generale alla vivibilità dei luoghi con quello particolare del commercio”.