“Sulle partecipate la giunta Decaro non ha una visione o una prospettiva”. A parlare è Giuseppe Carrieri consigliere comunale civico/Salvini Premier, commentando i risultati raggiunti dall’amministrazione in merito ad Amtab, Amiu, Amgas e Multiservizi.
“È scaduto da pochi giorni il termine (previsto da una legge nazionale) entro il quale (anche) i Comuni dovevano (non potevano) riordinare il sistema delle proprie società comunali. Società che a Bari (parliamo di Amtab, Amiu, Amgas e Multiservizi) drenano quasi il 50% della spesa corrente annuale del bilancio comunale, poiché annualmente –e solo dal bilancio- costano ai baresi oltre 110 milioni di euro. Una cifra enorme, che da sola avrebbe dovuto comprovare l’importanza del tema. Invece, si è molto poco parlato della questione e la gran parte dei cittadini non è stata coinvolta nelle scelte che dovevano assumersi e poi si sono assunte. C’era quindi una grande occasione –offerta dalla legge- per razionalizzare/ammodernare il sistema delle partecipate del Comune di Bari, che si è risolta, purtroppo, in un mero adempimento burocratico”.
Carrieri ricorda quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale.
“Il Consiglio comunale di Bari pochi giorni fa, su proposta del sindaco Decaro, – prosegue Carrieri – ha deliberato sostanzialmente di conservare tutte le 10 partecipazioni societarie che possiede; di non ottimizzare l’organizzazione societaria (es. holding); di conservare perfino la partecipazione in un mercato agricolo agroalimentare (Maab) che forse un giorno venderà frutta e verdura (e che al momento però ha perso quasi 2 milioni di euro); di dismettere, invece, una sola partecipazione azionaria: quella nell’aeroporto. Nessuna visione, nessuna prospettiva, nessuna occasione di sviluppo; anzi un danno per la città, se si venderà la nostra partecipazione azionaria in Aeroporti di Puglia”.
Il consigliere comunale fa riferimento al caso Amgas, oggetto di “una pasticciata idea di “confluenza in una società pubblica quotata in borsa”; mentre poteva e doveva senz’altro essere alienata, ovviamente mediante cessione di gran parte della partecipazione, in modo da tutelare il rapporto di lavoro dei dipendenti, per far incassare alla città non meno di 50/60 milioni di euro. Risorse fresche, che potevano essere investite per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione di Bari, trattandosi peraltro di importi esclusi dal patto di stabilità e pertanto spendibili “a piacimento”.
“Si sarebbero cosi’ potuti dare incentivi fiscali per l’insediamento di nuove imprese a Bari – prosegue Carrieri – o sgravi fiscali in caso di assunzioni di giovani e/o disoccupati baresi; oppure contributi per la solarizzazione dei condomini e/o per l’efficientamento energetico delle case dei baresi. Si sarebbe potuta dare, insomma, una scossa all’economia cittadina, con una potente iniezione di liquidità finanziaria, dato che parliamo di 50/60 milioni di euro, invece di districarsi tra inerzie e interpretazioni di norme e codicilli che lentamente stanno facendo morire Bari. L’ennesima opportunità persa dalla città – conclude – l’ennesima dimostrazione di inefficienza e di cattiva amministrazione della giunta Decaro; l’ennesimo errore di valutazione e l’ennesima scelta sbagliata, che abbiamo inutilmente – e in tutti i modi- tentato di rappresentare al sindaco di Bari. Un gran peccato!”.