Il Tribunale civile di Bari, giudice Sergio Cassano, ha condannato la Banca Popolare di Bari a consegnare la copia del registro elettronico in cui sono elencate le operazioni di compravendita delle azioni in ordine di tempo. La sentenza è stata emessa dopo il deposito di un decreto ingiuntivo presentato in estate da un socio e azionista barese, assistito dall’avvocato Domenico Romito dell’associazione “Avvocati dei consumatori”.
L’azionista detiene, dal 1996, 430 azioni che ha cercato di rivendere invano a partire da dicembre del 2015. A quel punto, l’azionista ha fatto ricorso in Tribunale per capire come mai da due anni non gli permettono di vendere le sue azioni. Il giudice ha stabilito che “il socio deve essere ammesso all’esame dei registri elettronici degli ordini di vendita e di acquisto e quindi ha diritto di ricevere copia documentale delle relative risultanze e per tale ragione è legittimato ad avvalersi dello strumento processuale monitorio per ottenere la consegna di tale documentazione”.
Sul meccanismo di vendita delle azioni della Bpb è in corso un’inchiesta della Procura di Bari che sta indagando, in particolare ma non solo, sull’asta del marzo 2016. Secondo la Procura, alcuni grandi azionisti sarebbero stati favoriti nella vendita delle azioni proprio scavalcando l’ordine cronologico dei venditori.
Dall’istituto di credito replicano così: “La Banca Popolare di Bari si è sempre comportata in maniera trasparente, dovendo sempre tutelare la privacy della propria clientela”.