Il riuso in agricoltura delle acque reflue urbane depurate, il coinvolgimento degli agricoltori scettici con un’adeguata campagna di informazione e sensibilizzazione. Legambiente Puglia torna sulla crisi idrica e tramite il proprio presidente Francesco Tarantini chiede l’istituzione di una cabina di regia che coinvolga gli assessorati regionali all’Agricoltura e ai Lavori Pubblici, per mettere in campo interventi ad hoc.
“A fronte dell’emergenza idrica a cui la Puglia rischia di andare incontro, la soluzione ottimale è rappresentata dal riutilizzo dei reflui in agricoltura, visto che questo settore, da solo, assorbe il 70% di tutta l’acqua fornita da sorgenti e invasi. Per porre un freno all’uso improprio di acqua potabile, il riuso è l’unica strada percorribile – spiega Tarantini – oggi la Puglia può vantare di essere all’avanguardia nel settore della depurazione, dell’affinamento dei reflui da depurazione, nonché nella sperimentazione di nuovi ambiti di utilizzo dei reflui medesimi trasformandoli in una risorsa. Prova ne sono gli impianti tecnologicamente avanzati presenti per esempio a Noci e a Fasano. In una nuova economia circolare le acque reflue depurate e la materia organica possono essere riutilizzati in una catena di valore, trasformando così il problema in opportunità”.
In Puglia sono sei gli impianti di affinamento attivi ma è in aumento il numero degli impianti di depurazione già attrezzati per restituire acqua ai fin irrigui. Nel 2016, è stata riutilizzata l’acqua affinata presso gli impianti di Corsano (volume riutilizzato 2016 in agricoltura 137.995 mc/anno), Gallipoli (volume riutilizzato 2016 in agricoltura 21.250 mc/anno) e Ostuni (volume riutilizzato 2016 in agricoltura 59.352 mc/anno) e Fasano. Dai primi mesi del 2017, il Lago Milecchia viene alimentato con le acque affinate a Noci mentre il sistema integrato di affinamento e riuso di Acquaviva delle Fonti è partito a maggio 2017. A S. Pancrazio Salentino e a Trinitapoli, l’acqua, seppur affinata, non viene ancora distribuita in attesa dell’esecuzione dei lavori sulla rete irrigua, di competenza dei Consorzi di bonifica. Oltre questi impianti ve ne sono 8 già potenzialmente in grado di restituire una risorsa idrica idonea per utilizzi ai fini irrigui, ambientali, civili, ecc., perché dotati di idonee stazioni di trattamento e/o perché attrezzati, con sezioni specifiche dedicate all’affinamento (fonte: Dossier depurazione di Legambiente 2017).
“Essendo la Puglia una regione con grossi problemi di rifornimento di acqua potabile, recuperare le acque reflue urbane per il loro riutilizzo in agricoltura e per altri usi è non solo una priorità ma diventa una esigenza per la salvaguardia del nostro territorio e per la tutela del soddisfacimento di un bene comune di prima necessità. Ecco perché chiediamo l’istituzione di una cabina di regia fra Assessorato all’Agricoltura e quello ai Lavori Pubblici della Regione affinché si garantisca l’effettivo riutilizzo in agricoltura delle acque reflue urbane depurate, coinvolgendo in primis gli agricoltori scettici con un’adeguata campagna di informazione e sensibilizzazione” conclude Tarantini.