L’Università non ci sta. L’esclusione, decisa dalla Regione Puglia, della facoltà di Medicina e del mondo accademico dalla gestione dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, prossimo a diventare azienda autonoma, è stata mal digerita. Anzi, non è stata digerita affatto. Ieri i professori delle Scuole di specializzazione si sono riuniti e hanno discusso della decisione presa lunedì scorso dal governatore pugliese, Michele Emiliano, cioè quella di nominare come sub commissario il dottor Antonello Del Vecchio, medico del Di Venere.
A lui è stato affidato l’incarico di “ scorporare” l’ospedale pediatrico dal Policlinico, rendendo il Giovanni XXIII autonomo. Di fatto, quindi, l’Università è stata esclusa dalla gestione del futuro polo pediatrico che Emiliano vorrebbe far nascere a Bari. Una decisione che ha mandato su tutte le furie il mondo accademico e che rischia di compromettere i rapporti tra la componente universitaria e quella ospedaliera all’interno dello stesso Policlinico. Venerdì Emiliano incontrerà il rettore Felice Uricchio per un chiarimento ormai necessario: in ballo c’è anche il parere vincolante da parte dell’Università alla nomina del commissario del Policlinico, Giancarlo Ruscitti. “Chiediamo – si limita a dire il rettore – che l’esperienza e il lavoro svolto dal mondo accademico venga valorizzato e che ci sia un coinvolgimento diretto, in una reciproca collaborazione che, sino ad oggi, ha portato a tagliare importanti traguardi e ad ottenere successi”.
Tra l’altro, la maggioranza dei medici ritiene che l’ospedale pediatrico non sia in grado, oggi, di rispondere da sola all’esigenze di salute del territorio pugliese: alcuni importanti reparti sono al Policlinico e sarà sempre necessario chiedere la collaborazione del centro di eccellenza. Per non parlare delle carenze dal punto di vista di macchinari, posti letto (solo cento) e numero di dipendenti. “Una pediatria forte – commenta il professore Nicola Laforgia, primario della Terapia intensiva neonatale del Policlinico – può realizzarsi solo se si costruiscono percorsi virtuosi tra il Policlinico (sede naturale della didattica e della ricerca, dove c’è l’Oncologia pediatrica, la Neonatologia, la terapia intensiva, la neuropsichiatria infantile, il centro di fibrosi cistica) e il Giovanni XXIII. Questi percorsi devono essere costruiti all’interno di un’azienda mista ospedaliero-universitaria”.