“In Italia un’altissima percentuale di assegnisti di ricerca e lavoratori cosiddetti flessibili è vincolata ad una forma di precariato che non garantisce nessuna stabilizzazione futura e questo perché il sistema accademico non ha i fondi sufficienti per il turn-over”. A parlare sono i ricercatori precari, ancora senza un riconoscimento negli atenei, ma che garantiscono il funzionamento di laboratori e servizi per gli studenti.
In tutta Italia è nata quindi la protesta contro la “Notte dei ricercatori” con l’hashtag #lanottedeiprecari. “Poniamo tre domande a cui vorremmo dare delle risposte, per fare capire qual è la reale condizione dei precari della ricerca”.
Ecco le domande:
Lo sapevi che un’altissima percentuale di ricercatori in Italia è soggetta al precariato?
Lo sapevi che il Sistema Accademico Italiano non garantisce la loro stabilizzazione?
Lo sapevi che migliaia di assegnisti non hanno alcuna certezza di poter diventare strutturati all’interno dei propri Atenei?
“L’obiettivo è duplice – spiegano ancora – unire le voci di tutti coloro che, pur facendo Ricerca da anni, vivono una situazione di precariato e informare l’opinione pubblica di quante difficoltà professionali esistano per un ricercatore in Italia”.
Maggiori informazioni sulla pagina Facebook “La notte dei precari”. “Chiedete – concludono – a tutti i ricercatori quali siano le loro condizioni contrattuali”.