“C’è una madre che da tempo vive un dolore composto”. Comincia con queste parole l’appello di Libera Puglia. Il 27 settembre del 1997 Luigi Fanelli, 19 enne, militare di leva alla Briscese, uscì di casa e non tornò più. Quella sera l’aveva trascorsa in un pub di via Fanelli a litigare con la sua ex fidanzata, Fausta Bressan. Un diverbio così acceso da spingere Bressan a chiedere a due suoi amici, Paolo Masciopinto e Francesco Sciacqua, di dare a Luigi una lezione per vendicarsi dell’umiliazione subita, come lei stessa ha raccontato ai magistrati patteggiando una pena a un anno e dieci mesi per omicidio preterintenzionale. I due furono condannati a 18 e 15 anni in primo grado e poi assolti in Appello con sentenza confermata in Cassazione nel 2008.
Nel giugno del 2016 la svolta nelle indagini: Paolo Masciopinto, nipote del boss Antonio Di Cosola e pluripregiudicato nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, si autoaccusò di aver sparato a Luigi Fanelli quella sera stessa e di averne occultato il cadavere che nonostante le sue indicazioni non è mai stato trovato.
Libera Puglia ha preso da tempo a cuore il dolore della signora Fanelli e vuole rompere il silenzio che da anni circonda la vicenda. “Chi è a conoscenza di fatti legati alla scomparsa di Luigi Fanelli – spiegano da Libera – ne dia notizia alla magistratura. Chiediamo la restituzione del corpo di Luigi sul quale la signora Fanelli possa finalmente versare lacrime liberatorie”.