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Andria, la dura “sopravvivenza” del pregiudicato: confiscati beni per un milione

Pubblicato da: redazione | Mar, 26 Settembre 2017 - 07:45

Una villa di lusso, completa di piscina, arredi, impianti tecnologici, videosorveglianza e suppellettili di pregio. Un oliveto. Due auto/motoveicoli, un conto corrente ed un libretto di deposito bancario. Un patrimonio del valore di circa un milione di euro, quello confiscato ad Alberto Di Bari, 42enne di Andria, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, pluripregiudicato con precedenti penali di detenzione illegale di armi e munizioni, contrabbando di tabacchi lavorati esteri e furto aggravato.

Il decreto di confisca di primo grado, emesso dal Tribunale di Trani – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, è stato eseguito ieri mattina dai Carabinieri di Andria.

Le indagini patrimoniali hanno avuto inizio dopo che il 18 marzo 2015 Di Bari, in seguito ad un’attività d’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, venne tratto in arresto, unitamente ad altre 17 persone, in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso.

Nel corso della predetta attività investigativa i Carabinieri eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, sgominando una pericolosa organizzazione criminale di narcotrafficanti, di cui il Di Bari faceva parte, attiva nel nord barese e capeggiata da Filippo Griner, 32enne andriese, attualmente sottoposto al regime detentivo speciale. Quella disarticolata nel 2015 risultò essere un’organizzazione capace di gestire autonomamente il mercato della droga, principalmente nei comuni di Andria e Bisceglie, forte anche del possesso di un arsenale di armi da guerra, compreso un kalashnikov.

Di Bari fu scarcerato dopo 15 giorni dal riesame per mancanza di esigenze cautelari per poi essere condannato dal Tribunale di Bari, a seguito del rito abbreviato, esclusa l’aggravante del metodo mafioso, ad anni quattro e mesi otto di reclusione ed euro 20 mila di multa, in ordine al reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Attualmente lo stesso Di Bari è detenuto agli arresti domiciliari, perché arrestato il 3 febbraio 2016, in esecuzione di un’ordinanza cautelare del Giudice per le Indagini Preliminari di Trani, assieme ad altre cinque persone, per rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi (fucile a canne mozze calibro 12 mod. Nato, una pistola semiautomatica cal. 40), ricettazione di due autovetture (entrambe dotate di lastre in acciaio apposte sugli schienali dei sedili posteriori) ed altro, per fatti accertati ad Andria nel gennaio del 2015.

Gli accertamenti patrimoniali avviati nei confronti diDi Bari, eseguiti dai carabinieri di Andria e dalla Direzione distrettuale antimafia hanno evidenziato come l’uomo abbia nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alla proprie reali possibilità economico – finanziarie e capacità reddituali, che sulla carta si assestavano al limite della soglia di sopravvivenza. Proprio da questa preliminare analisi, è maturato il convincimento degli inquirenti, suffragato dall’esito delle suddette verifiche, che quello del Di Bari fosse un patrimonio illecitamente accumulato con proventi di attività delittuose.

Ora l’intero patrimonio, del valore di circa 1 milione di euro, è stato sottoposto a confisca e affidato al custode giudiziario nominato dal Tribunale di Trani, non essendo prevista la facoltà d’uso sia per i familiari che per il proposto.

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