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Centri diurni senza certezze per il futuro. Da Bari Vecchia: “Senza di noi ragazzi per strada”

Pubblicato da: Daniele Leuzzi | Dom, 17 Settembre 2017 - 12:30

Nel cuore di Bari Vecchia, il centro diurno Carmine dal 2000 opera in favore di 30 minori (dai 6 ai 17 anni) con problemi di devianza sociale e dispersione scolastica. Ogni pomeriggio, dalle 16 alle 20, il presidio socio-educativo è animato da 5 educatori e psicologi che accompagnano i ragazzi nella crescita attraverso sostegno scolastico e attività ludiche, affiancamento alle famiglie e laboratorio teatrale. Oltre la metà degli iscritti ha uno dei due genitori detenuto in carcere, circa 10 su 30 risultano in difficoltà economica.

La prevenzione alla devianza giovanile, nei 13 centri diurni in convenzione con il Comune di Bari, consente in tutta la città di togliere dalle strade 450 minori. Dopo l’assenza di fondi pubblici che ha scatenato le proteste di centinaia di famiglie baresi, il sindaco Decaro ha annunciato una mini proroga fino al 30 settembre. Poi sarà la Regione a intervenire con un finanziamento aggiuntivo sino alla fine dell’anno scolastico.

Ma a preoccupare gli operatori dei centri diurni sono le lungaggini burocratiche per l’avvio (in ritardo) del servizio e il cambiamento dei parametri d’accesso per l’iscrizione. “Sarà valutato il dato Isee – spiega nel video Vito Lafortezza, presidente centro Carmine –  l’indicatore di povertà però non tiene conto di altri aspetti fondamentali. Anche il ritardo nel sostegno finanziario, mese dopo mese, sta mettendo in seria difficoltà l’assistenza sociale privata che evita l’allontanamento di minori dalle proprie famiglie e il conseguente aumento della spesa pubblica”.

“Può bastare una passeggiata in via Sparano per avere un’esperienza straordinaria, ma noi cerchiamo di avere un programma completo che include anche spettacoli teatrali personalizzati”, ha aggiunto l’operatrice Ilaria Avolio.

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