Una lapide abusiva a forma di cuore con dedica e due mazzi di fiori poggiati sul marciapiede di via dei Mille. Sono trascorsi quasi quattro anni dall’omicidio in strada del boss emergente di San Pasquale Giacomo Caracciolese, ex braccio destro del reggente Giuseppe Fiore attualmente in carcere, ucciso in pieno giorno il 5 aprile 2013 da una raffica di colpi calibro 9. Ma continuano indisturbate le commemorazioni in pubblico, tra portoni e attività commerciali, da parte dei parenti del pregiudicato che a 32 anni fu ferito a morte da Vitantonio Fiore, figlio del boss. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Vitantonio fu ucciso a sua volta per vendetta nel triplice omicidio del San Paolo (19 maggio 2013).
Sul muro è affissa la scritta “Rimarrai per sempre nei nostri cuori, tua moglie (che ha deciso di collaborare con la giustizia) e i tuoi figli”. Su un bigliettino al centro di un mazzo di girasoli c’è anche un messaggio diretto della figlia di Giacomo Caracciolese: “Tantissimi auguri papà”.
L’omicidio Caracciolese scaturì per questioni personali e di comando nel rione: Vitantonio Fiore, infatti, agì sia per vendicarsi di alcuni sgarri ricevuti sia per fare fuori colui che si accingeva a prendere il comando del clan del padre. L’omicidio di Caracciolese fu vendicato qualche mese dopo: Vitantonio Fiore, infatti, fu ucciso assieme ad altre due persone nel rione San Paolo, il giorno prima si era sposato e stava per partire in viaggio di nozze.
Un altro caso analogo, lo scorso aprile, è stato registrato a Japigia nei pressi della scuola Rodari per ricordare la morte del pregiudicato Giuseppe Gealo. La lapide fu rimossa dopo pochi giorni.