Tolgono ogni giorno dalla strada 450 ragazzi (dai 6 ai 17 anni) con problemi di devianza sociale, dispersione scolastica, violenza e abuso. Sono i 13 centri diurni del Comune di Bari che hanno rischiato la chiusura a fronte del mancato rinnovo delle convenzioni. Ma dopo le proteste sui social network da parte di centinaia di famiglie baresi e il sit-in organizzato dai responsabili dei centri diurni, il Comune ha annunciato questa mattina una proroga dei fondi fino al 30 settembre. Poi, secondo le indiscrezioni, sarà la Regione a intervenire con un finanziamento aggiuntivo per l’intero anno scolastico.
“Da quest’oggi possiamo riaprire i centri – ha annunciato Orazio Nobile, portavoce – abbiamo fiducia nell’impegno del sindaco Decaro ma alle parole devono seguire i fatti”. Senza i “presidi della legalità”, presenti in tutti i quartieri a rischio, molti dei ragazzi segnalati dal tribunale dei minori finirebbero in comunità e lontani dalle loro famiglie con un inevitabile incremento della spesa pubblica. “Questo vuoto istituzionale permetterebbe alla malavita di assoldare nuovi potenziali criminali per le loro bande. Lavorare con la prospettiva di un mese non è facile, progettare invece ci permetterebbe di avere qualche sogno in più”, ha aggiunto nel video Nobile.
Sono 70 i lavoratori coinvolti nei centri diurni tra psicologi, educatori, cuochi, assistenti sociali, operatori ausiliari che garantiscono una capacità massima di accoglienza educativa che sfiora le 540 unità dal rione Libertà a San Pio, da Carbonara a San Paolo, da San Pasquale a San Girolamo.