Preoccupano i dati sulla cassa integrazione in Puglia: oltre 24mila i lavoratori coinvolti in media nei primi sette mesi del 2017 (quasi settemila in più rispetto al 2016 con un incremento del 40, 3 per cento). Il settore più colpito è quello dell’industria, seguito da edilizia e commercio.
“Lo scatto della cassa straordinaria è fonte di pesante preoccupazione – commenta Aldo Pugliese, segretario generale della UIL di Puglia e di Bari Bat – in quanto, come del resto sosteniamo da tempo, è stata richiesta in Puglia per situazioni di crisi aziendali e l’aumento del 291.4% di tale causale, rispetto allo scorso anno, focalizza esattamente la contingente situazione di numerose imprese coinvolte in complicati processi di ristrutturazione e che, sempre più spesso, ricorrono a tagliare posti di lavoro”.
Relativamente ai singoli settori produttivi, con 25.4 milioni di ore autorizzate dall’Inps nei primi sette mesi del 2017, l’industria è quello più prevalente: il 56.3% in più rispetto allo scorso anno. Invece diminuiscono del 24.5% sul 2016 le richieste di cassa integrazione nel settore dell’edilizia e del 12.9% nel commercio.
“Ma anche il segno meno nei settori dell’edilizia e del commercio, non fa certo ben sperare – spiega il segretario della UIL regionale – considerando che si tratta di due settori fortemente colpiti dalla crisi economica, nei quali la base occupazionale si è drasticamente ridotta negli ultimi anni e il lavoro nero o occasionale si è fatto strada diventando una triste abitudine più che un’eccezione, impedendo di fatto, in tante realtà, la creazione di nuova, sana e duratura occupazione”
“Inoltre, a causa dell’assenza di un’informativa Inps – prosegue Pugliese – questi dati continuano ad essere incompleti degli indici sul fondo di integrazione salariale (il FIS che in sostanza sostituisce la cassa in deroga) e che da una parte potrebbero tracciare una lieve ripresa delle attività produttive, ma dall’altra aggravare il quadro già presente. Dall’analisi di tali indicatori ne deriva la rilevanza degli ammortizzatori sociali quale fondamentale strumento di protezione sociale che ha consentito, nei primi sette mesi del 2017, la salvaguardia di una media di oltre 24mila posti di lavoro in Puglia con un incremento di circa 6.900 lavoratori sul 2016″.