Ancora qualche settimana e, dopo il torrino, anche gli ex capannoni della Fibronit che si affacciano su via Caldarola, a Japigia, saranno abbattuti e diventeranno solo un brutto ricordo. I lavori di messa in sicurezza procedono speditamente, l’e fabbrica della morte sta scomparendo lentamente dalla città.
Domani ci sarà un sopralluogo dei componenti del direttivo del comitato cittadino Fibronit e dei suoi tecnici: “Sarà l’occasione – spiega Nicola Brescia, presidente del comitato – con l’aiuto dei tecnici dell’impresa che si è aggiudicata l’appalto per eseguire gli interventi, la Teorema, per valutare da vicino la bontà delle operazioni già eseguite e per verificare nuovamente la validità e la tenuta delle coperture che dovranno garantire l’incolumità della popolazione circostante dall’eventuale dispersione di fibre”.
“Non possiamo nascondere – prosegue – l’emozione che ci accompagna in questi giorni osservando la distruzione del simbolo di sofferenza della nostra città, che ha prodotto tanto dolore e che tanto ancora ne procura. Le fibre d’asbesto che, per oltre cinquant’anni, dalla fabbrica si sono liberate nell’aria, continuano la loro opera assassina. Ad agosto, infatti, l’amianto ha fatto un’altra vittima. Un cittadino del quartiere Madonnella è deceduto per aver inalato le maledette fibre probabilmente provenienti proprio dalla Fibronit, procurandogli l’insorgenza del mesotelioma pleurico che, dopo pochissimi mesi dalla diagnosi, gli ha tolto il respiro. E ancora diversi nuovi casi ci vengono segnalati”.