Non c’è pace per gli addetti della Transcom: la società svedese ha annunciato i primi “fine rapporto di lavoro” per 40 lavoratori e lavoratrici interinali e a progetto, che dopo anni di lavoro precario invece di un’assunzione si ritrovano con un licenziamento ben servito. Lo denuncia la Usb – Unione Sindacale di Base, sottolineando come l’annuncio arrivi nel pieno del conflitto tra i lavoratori e l’azienda sui trasferimenti a Lecce di un nutrito gruppo di dipendenti della commessa privata. “Ribadiamo ancora una volta e con forza che ci sono tutte le condizioni per evitare questi trasferimenti e continueremo a sostenere le ragioni dei lavoratori. La provincia di Bari non può perdere altri posti di lavoro” si legge nella nota.
L’organizzazione sindacale spiega che la vicenda della Transcom si inserisce in un più ampio comparto lavorativo presente nella provincia di Bari, che coinvolge oltre 5000 lavoratori e lavoratrici con differenti modalità contrattuali: “In molti casi si ritrovano con contratti precari al limite della schiavitù su cui gli enti locali, in primis la Regione Puglia, farebbe bene ad intervenire. Una richiesta, tra l’altro, che da mesi avanziamo ma che sfocia solo in un silenzio assordante della Regione e dell’Assessorato al lavoro”, l’accusa della Usb.
Poi il tackle sull’azienda svedese: “La Transcom è una di quelle aziende che ha ottenuto e continua ad ottenere contributi pubblici da parte della Regione sotto forma di corsi di formazione ma, allo stesso tempo, non si assume la responsabilità sociale di garantire i livelli occupazionali pensando che i lavoratori e lavoratrici sono delle semplici pedine che si possono spostare e/o trasferire a proprio piacimento. Ricordiamo, inoltre, anche agli enti locali e ai colleghi che attualmente sono impiegati nella commessa pubblica, che sono in corso le procedure per la nuova aggiudicazione della commessa pubblica (Inps-Inail) da parte della Consip in cui non è prevista la clausola della territorialità. Denunciamo per l’ennesima volta l’arroganza aziendale con il silenzio delle organizzazioni sindacali concertative che anziché avviare un confronto con l’Usb ed i lavoratori ad oggi hanno risposto con sanzioni disciplinari e appunto i primi licenziamenti”.
L’ennesimo schiaffo, cui replicare a testa alta: “Se pensano di zittire i lavoratori – conclude il comunicato di Usb – hanno fatto male i loro conti. L’unione sindacale di base Lavoro Privato insieme ai lavoratori della Transcom terrà ulteriori iniziative di lotta”.