Docenti con anni di esperienza trasferiti al Nord ed altri, precari da meno tempo, con un posto di ruolo in Puglia. A denunciare quanto sta accadendo in seguito alle nomine dell’Ufficio scolastico regionale, il movimento dei Nastrini rossi.
“In Puglia – spiegano dal movimento – si è proceduto all’assunzione di oltre 2 mila docenti da ripartire tra insegnanti presenti nelle graduatorie ad esaurimento e quelli delle graduatorie dei concorsi. Molte graduatorie ad esaurimento sono state de facto esaurite. A sedere in cattedra quindi anche colleghi divenuti di ruolo senza neppure un anno di esperienza da precario, mentre colleghi di ruolo e con anni di esperienza da precari continuano a fare funzionare le scuole del Nord. E allora l’amaro in bocca resta proprio per quei professionisti che già dal 2015, affidandosi allo Stato, sono stati catapultati nelle scuole del Nord a causa di un algoritmo poco chiaro le cui conseguenze si sono fatte sentire non soltanto tra i docenti del Sud e le loro famiglie, ma anche nella scuola del territorio e nell’economia del Mezzogiorno impoverite dalla riforma”.
Inascoltati – denunciano i docenti – gli appelli alle istituzioni.
“Pertanto anche per il prossimo anno scolastico, gli alunni e studenti del Sud resteranno senza i loro insegnanti più titolati. Un’ingiustizia che continua ad avere il sapore di una questione meridionale mai risolta in cui questa volta si sacrificano le donne professioniste di età media di quasi 50 anni. Il problema ha però delle soluzioni: le regioni del Sud devono rimboccarsi le maniche perché da subito vanno create le opportunità di tutela e rientro dei docenti, a cominciare dall’eliminazione delle classi pollaio o all’aumento del tempo scuola”.