Negli invasi pugliesi mancano all’appello, secondo gli ultimi dati del Consorzio di bonifica di Capitanata, 89 milioni di metri cubi di acqua. Lo riferisce in una nota il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, rimarcando i danni provocati all’agricoltura dalla prolungata siccità. “La grave crisi idrica – sostiene Cantele – ha determinato prima il dimezzamento della produzione di grano, le scottature e l’aumento dei costi di irrigazione degli ortaggi, poi il crollo della produzione di olive, con punte fino al 60 per cento, e il calo di oltre il 25 per cento dell’uva da vino. Il rischio è ch, dopo mesi di afa e siccità si ribaltino improvvisamente le condizioni climatiche, assestando il colpo di grazia alle colture”.
Gli effetti dall’andamento climatico anomalo del 2017, spiegano da Coldiretti, si estendono dal campo alla tavola con il contenimento produttivo di tutti i prodotti-base della dieta mediterranea: il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve è stimato in calo del 12 per cento rispetto allo scorso anno, mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10 per cento.
“E’ salita la stima dei danni – afferma il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché si stanno aggiungendo via via le gravi ripercussioni sugli olivi e sulla vite, fino a superare al momento i 200 milioni di euro. La Puglia convive da sempre con un vero e proprio paradosso idrico. In particolare sono gli olivi a risultare in ‘coma vegetativo’, perché la prolungata siccità si è associata alle nevicate e gelate del gennaio scorso che hanno evidentemente compromesso lo sviluppo vegetativo. Gli agricoltori – conclude Corsetti – stanno investendo migliaia di euro in irrigazione aggiuntiva, senza ottenere alcun risultato”.