Di positivo c’è la voglia di giocare a calcio, palla a terra, anche quando gli eventi potrebbero minare la lucidità e la serenità. E il carattere esibito nella ripresa, specie quando Fabio Grosso ha cambiato qualcosa in termini di uomini e modulo. Di negativo, invece, c’è una fase difensiva evidentemente condizionata dalle assenze e dai limiti individuali, quelli di Capradossi e soprattutto Tonucci. E c’è il risultato, che ha visto soccombere il Bari per 3-2 sul campo del quotato Empoli, nella seconda giornata del campionato di serie B.
Testa alta e piedi per terra, verrebbe da dire, dopo la prestazione odierna. Piedi per terra perché il Bari è ancora all’inizio di un percorso nuovo e il gruppo, per quanto apprezzabile nelle prime uscite casalinghe, dovrà farne di strada per diventare una seria pretendente alla serie A. Testa alta perché perdere con dignità, malgrado le assenze, i patimenti difensivi, l’amalgama che non può essere totale fra giocatori che si conoscono – in molti casi – da poche settimane, può paradossalmente servire all’autostima, se si comprendono i pregi da coltivare e i difetti da limare.
La rosa è ampia e il tecnico romano potrà contare su alternative promettenti, anche se la sensazione è che potesse servire qualcosa là dietro (toccherà a Gyomber ed eventualmente Marrone smentire gli scettici), per far sì che malgrado buone prestazioni il Bari torni a casa con zero punti.
Per il resto, promossi Improta e D’Elia, così così Tello (cresciuto dopo il gol) e Brienza, apprezzabile l’approccio di Iocolano, il cui ingresso e quello di Floro Flores hanno regalato al Bari maggiore incisività, che non è però servita a riequilibrare il match.