Avrebbe ucciso il compagno rumeno della sorella perché non accettava la loro relazione. Per i reato dell’omicidio volontario premeditato del 30enne rumeno Robert Gabriel Asan, tentato omicidio e detenzione di armi e munizioni, il gup del Tribunale di Bari Valeria La Battaglia ha condannato alla pena di 30 anni di carcere il 41enne barese Michele Tangorra. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Il giudice ha inoltre riconosciuto il risarcimento danni, da quantificarsi in sede civile, nei confronti della compagna della vittima, sorella dell’imputato.
Per il delitto, commesso il 3 marzo 2016, un’altra persona, il 48enne Nicola Ruggieri (marito di un’altra sorella dell’imputato) è attualmente a processo dinanzi alla Corte di Assise di Bari. Asan, con precedenti per estorsione, percosse, rissa, minacce, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, era da poco uscito dal carcere. Stando alle indagini dei Carabinieri, che arrestarono i due presunti assassini in quasi flagranza poche ore dopo l’omicidio, Asan sarebbe stato ucciso perché la famiglia della sua compagna non accettava la loro relazione e da alcuni mesi minacciava la coppia, che abitava nella stessa palazzina. Alcune settimane prima del delitto Tangorra aveva già tentato di ucciderlo sparandogli senza però riuscire a colpirlo.
Quella sera, al culmine dell’ennesimo litigio, i due cognati della vittima – attualmente in carcere – avrebbero inseguito Asan armati di una pistola nelle campagne vicino la loro abitazione uccidendolo. A trovare il corpo senza vita del romeno, freddato con un colpo di pistola calibro 7,65 all’addome, a poca distanza da casa, fu proprio la compagna della vittima che poi, nel processo, si è costituita parte civile contro suo fratello.