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Bari, tra alga tossica e batteri fecali: da Santo Spirito a Polignano, ecco lo stato di salute del mare

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Dom, 27 Agosto 2017 - 07:00

Ostreopsis Ovata, Escherichia coli, Enterococchi: tutti nomi scientifici che identificano batteri o tossine presenti nel mare pugliese. L’Arpa svolge regolarmente e ogni estate un monitoraggio approfondito e lancia l’allarme nel momento che si superano i valori previsti dalla legge. Ma leggendo i rapporti si nota un aspetto che dovrebbe fare riflettere: i batteri e le tossine, anche se in quantità secondo la legge non preoccupanti, sono comunque presenti nelle acque pugliesi. E in alcuni casi nei soggetti più sensibili portano a conseguenze, soprattutto nei più piccoli.

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Escherichia coli

La normativa presta particolare attenzione alla concentrazione di Escherichia coli, una delle principali specie di batteri coliformi che vivono, in simbiosi, nella parte inferiore dell’intestino dell’uomo e degli altri animali a sangue caldo, uccelli e mammiferi. La ricerca di questi batteri è effettuata essenzialmente perché la loro presenza segnala condizioni di fecalizzazione. In sostanza se nelle acque è presente questo batterio o insieme agli enterococchi fecali, le acque sono inquinate e c’è un rischio igienico sanitario che porta le istituzioni a vietarne la balneazione. Accade ad esempio ogni volta che piove a Pane e pomodoro, dove il livello di batteri supera appunto il limite consentito, pari a 200 per gli enterococchi intestinali e 500 per l’Escherichia coli.

Ecco la mappa della balneazione per il mese di luglio in Puglia.  Dalla tabella si nota che in nessuna località è stato raggiunto o superato il limite previsto dalla legge, ma comunque si registra una certa concentrazione di batteri fecali. In ben 29 località su 78 considerando solo Bari e provincia. Da Palese a Polignano passando per la costa cittadina (a San Girolamo ad esempio si registra tra le più alte concentrazioni di batteri) la situazione non è sicuramente rassicurante.

Alga tossica

Quest’anno l’alga tossica ha quasi del tutto risparmiato le coste baresi e pugliesi. La sua presenza è stata rilevata dall’inizio dell’estate in concentrazioni preoccupanti solo a Porto Badisco in provincia di Lecce, Torre Columena in provincia di Taranto e risale a pochi giorni fa il bollino rosso su San Giorgio. In altre località come a Monopoli, Santo Spirito e Giovinazzo è stata rilevata la presenza ma sempre in concentrazioni al di sotto dei limiti di legge.

L’invito dell’Arpa è sempre di non sostare nelle zone rocciose durante le mareggiate. Questo tipo di alga, giunta in Puglia negli anni Duemila, si frantuma sulle rocce liberando la tossina nell’aria. Tossina che provoca riniti, congiuntiviti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti. Importante anche non consumare frutti di mare crudi provenienti dalle zone dove è stata accertata la presenza della tossina. Vanno protetti in particolare i bambini, gli anziani e le persone affette da patologie dell’apparato respiratorio (ad esempio gli asmatici e gli allergici). I sintomi sono solitamente transitori e regrediscono spontaneamente nel giro di poche ore; se persistono o si aggravano è opportuno consultare il proprio medico curante.

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