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Bari, taglio di nove corsi di specializzazione a Medicina. Gli studenti: “Problematiche segnalate da tempo, ma non ci hanno ascoltato”

Pubblicato da: redazione | Gio, 24 Agosto 2017 - 16:45

“Avevamo già segnalato le problematiche che hanno poi portato al rischio di chiusura per nove corsi di specializzazione. Ma non siamo stati ascoltati”. La denuncia è della Consulta specializzandi dell’Università di Bari e del Sigm (Segretariato italiano giovani medici) che hanno convocato una riunione per il 4 settembre.

“Avremmo preferito – si legge in una nota a firma di Gaetano Pavone, presidente della Consulta e Davide Ferorelli, vicepresidente nazionale del Sigm – trovare risposte mesi fa, quando abbiamo lanciato inascoltati appelli, piuttosto che tuonare oggi come profeti di tale disastrosa situazione che penalizza non solo gli aspiranti specializzandi pugliesi ma anche l’onorabilità e la professionalità dei colleghi già specializzandi presso le Scuole non accreditate e in generale presso il nostro Ateneo. Vogliamo inoltre porre l’accento sulla necessità di integrare il numero di borse ministeriali per la formazione specialistica, con un adeguato numero di borse finanziate dalla Regione Puglia, su cui al momento nessuna notizia è giunta. L’atteggiamento tenuto rispetto alle nostre esigenze e alle problematiche fatte emergere dalla Consulta degli Specializzandi non è più tollerabile! Le resistenze all’accreditamento emerse in questi giorni a livello nazionale alzano il velo su quanto il quotidiano lavoro, a tratti sfruttato, degli specializzandi sia fondamentale per l’organizzazione dei reparti universitari”.

Gli specializzandi puntano il dito contro gli appelli inascoltati dalle istituzioni accademiche e dagli organi di controllo.  “Se quanto ufficialmente denunciato a più riprese fosse stato ascoltato ed analizzato con serietà dalle istituzioni accademiche e dagli organi di controllo, il nostro Ateneo non avrebbe subito questa sonora bocciatura dall’Osservatorio Nazionale, con gravi ripercussioni sia dal punto di vista accademico che dell’assistenza sanitaria regionale”.

 

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