Transenne, percorsi pedonali spezzati, accessi ai negozi su passerelle di legno e cunicoli dove l’ingresso è sicuramente impossibile per passeggini e disabili. I lavori per la nuova via Sparano procedono speditamente ma i disagi non mancano.
Il cantiere isolato per isolato
Il primo e l’ultimo isolato di via Sparano sono stati parzialmente ultimati in attesa dell’installazione di aree verdi e di altre panchine con lo schienale: il “salotto della musica” a pochi metri da piazza Moro caratterizzato dalle sedute a forma di tasti di pianoforte e il “salotto di porta vecchia” con il mosaico del borgo antico tra via Piccinni e corso Vittorio Emanuele.
Nelle ultime ore gli interventi si concentrano soprattutto davanti alla chiesa San Ferdinando: un intero tratto della strada è stato chiuso al transito pedonale per il rifacimento del marciapiede. Provvisoriamente alcune attività commerciali hanno dovuto aprire ingressi secondari nelle strade adiacenti (in via Calefati e via Abate Gimma) mentre altri negozi sono ancora chiusi per ferie. Lo stesso Zara, dopo i disagi degli ultimi giorni con lunghe file e un accesso stretto tra le transenne, ha dovuto garantire un nuovo ingresso.
Passeggiando in questi 900 metri di strada, da corso Vittorio Emanuele a piazza Umberto, si incontrano diversi escavatori, mezzi pesanti parcheggiati a ridosso delle vetrine, trivelle, tubi che fuoriescono dal sottosuolo. Oltre a turisti stranieri delusi e smarriti, costretti a fare lo slalom pur di fare shopping.
Nell’isolato tra via Putignani e via Principe Amedeo, proprio sotto allo storico palazzo Mincuzzi circondato dalle impalcature, è in azione una seconda squadra di operai per smantellare i materiali già presenti e porre le basi per il prossimo cantiere. Tutto fermo invece in piazza Umberto: il percorso centrale è un deposito transennato di macchinari, materiali, attrezzature.
La fine del restyling è prevista per il 2018, un lungo periodo che rischia di mettere in maggiore difficoltà il commercio del quartiere murattiano già colpito duramente dalla crisi economica e dai lavori che causano una riduzione delle vendite (fino al 40 per cento).