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Bari, è rivolta contro il taglio dei corsi a Medicina, appello ad Emiliano: “A rischio la formazione in Puglia”

Pubblicato da: redazione | Mar, 22 Agosto 2017 - 17:30

La mannaia su 19 corsi di specializzazione della Scuola di Medicina di Bari annunciata, in un dossier, dal Miur, ha messo in allarme anche la politica.

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Il consigliere regionale Mino Borraccino, presidente della Commissione Affari Generali e Personale, ha chiesto un pronto intervento da parte del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.  In particolare, secondo tale studio non raggiungerebbero i livelli minimi di formazione post universitaria le scuole di specializzazione di Cardiochirurgia, Chirurgia maxilo-facciale, Chirurgia pediatrica, Neurochirurgia, Medicina termale, Farmacologia e tossicologia clinica, Radioterapia, Biometria, Audiologia e foniatria.

“Attraverso una pec inviata al Presidente Michele Emiliano, anche nella sua veste di Assessore alla Sanità, nonchè al al Capo Dipartimento della Salute, dott. Ruscitti, noi di Sinistra Italiana – scrive Borracino – abbiamo espresso la nostra preoccupazione, invitandoli ad attivarsi affinchè si verifichino i modelli formativi adottati dalle nostre Università, che hanno sempre vantato una formazione eccellente.  Occorre approfondire le motivazioni di tali valutazioni emerse dallo studio del Miur, evidentemente comuni a molte università italiane, e attivarsi affinchè gli standard su cui si opera attualmente risultino adeguati a sostenere la formazione dei futuri medici.   La nostra regione non può permettersi di perdere occasioni di formazione di così primaria necessità, considerando la sempre maggiore richiesta di specialisti nei nostri territori”.

Sulla questione è intervenuto anche il gruppo La Puglia con Emiliano:

“Ancora una volta un algoritmo segna il destino di tantissimi studenti stabilendo, senza appello, che in Puglia ben 19 scuole di specializzazione di Medicina rischiano di scomparire. Bene, davanti a questa sciagurata ipotesi non possiamo restare impassibili e cercheremo in tutte le sedi, sia in consiglio regionale e sia in giunta, di scongiurare questo rischio che ha un unico effetto: l’impoverimento della formazione universitaria dei nostri ragazzi e a cascata l’impoverimento della sanità in Puglia. Siamo convinti che su questa ennesima battaglia di civiltà e di diritti l’intero consiglio regionale, senza divisioni politiche di sorta o campanilismi, saprà unire le forze e adottare tutte le misure per rispristinare le scuole di specializzazione”.

Sul piede di guerra anche il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri di Direzione Italia:
“La graduatoria, seppure provvisoria, relativa all’accreditamento ministeriale delle scuole di specializzazione di Medicina nelle Università di Bari e Foggia, lascia l’amaro in bocca. La bocciatura di diverse aree di specializzazioni, deve far riflettere e, soprattutto, deve far agire.
Fatte, dunque, le dovute autocritiche e un sacrosanto esame di coscienza, non possono però essere ignorate tutte le criticità che ruotano, ad esempio, intorno alle modalità e ai criteri di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università italiane, che vedono da sempre penalizzate le università del Sud e che da tempo chiediamo di rivedere allo scopo di accelerare il processo di riequilibrio delle università statali.
Quel che accade è gravissimo e nei prossimi giorni mi interfaccerò con i rettori degli atenei di Bari e Foggia per capire quale possa essere il contributo concreto della politica nel trovare soluzioni adeguate.
Non posso tacere che negli ultimi anni si sono avvicendati i ministri, ma nulla è cambiato, anzi è peggiorato e il nostro tentativo di correggere la rotta – con emendamenti, mozioni e ordini del giorno, ultimo quello approvato al Senato al decreto Mezzogiorno – è stato pressoché ignorato. Mi auguro che questa volta non ci si limiti alle parole, seguite come sempre alla pubblicazione delle classifiche, ma che vi sia un confronto nel merito dei problemi, senza tentazioni autoreferenziali e che l’impegno sostanziale all’unione delle forze veda impegnate tutte le istituzioni”.

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